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Sinassario | 6 ottobre 2023

Ott 5, 2023 | Sinassario

  • Memoria del santo APOSTOLO TOMMASO

a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria

Il santo apostolo Tommaso, chiamato anche Didimo, nacque un Giudea da poveri genitori, che gli trasmisero una grande devozione per la legge mosaica. Fin dalla giovinezza si allontanò dai giochi turbolenti dei suoi compagni per dedicarsi alla lettura e alla meditazione delle Scritture. Questa conoscenza della parola di Dio, insieme alle buone disposizioni della sua coscienza, gli permisero di riconoscere senza esitazione che il Cristo era il messia annunciato dai Profeti nell’attimo in cui gli apparve e l’invitò a seguirlo. Egli lasciò la barca e le reti e divenne uno dei Dodici. Perseguitato, bastonato, lapidato dai Giudei, seguì dappertutto il Signore con uno zelo così ardente che allorché il Cristo prese la strada di Gerusalemme, per offrirsi a coloro che lo avrebbero messo a morte, Tommaso disse agli altri discepoli: << Andiamo anche noi a morire con lui! >> (Giov. 11,16).

Allorché il Salvatore del mondo ebbe vinto la morte resuscitato dal sepolcro, apparve ai suoi discepoli riuniti a porte chiuse per paura dei Giudei e li riempì di gioia mostrando sul corpo i segni della Passione. Per un decreto della Provvidenza, Tommaso non si trovava con loro e, quando gli altri gli raccontarono che avevano visto il Signore resuscitato dai morti, non volle crederci. Nella sua grande pazienza e longanimità, il Signore apparve un’altra volta, una settimana più tardi, avanti ai suoi discepoli, e invitò Tommaso a constatare che Egli era veramente corporalmente resuscitato, chiedendogli di mettere le dita nei buchi lasciati nelle sue mani dai chiodi e di immergere la mano nel suo costato forato dalla lancia. Egli corresse così Tommaso dalla sua mancanza di fede e ci fece conoscere che siamo anche noi chiamati ad immergere, non corporalmente ma spiritualmente, le mani nel suo costato, per abbeverarci alle sorgenti della Grazia* (Giov. 20,19-29) . Tommaso si trovava il giorno con gli altri Apostoli il giorno di Pentecoste, quando il Santo Spirito discese sulle loro teste sotto forma di lingue di fuoco. Egli fu allora riempito di potenza divina, per annunciare al mondo la Salvezza, e si vide attribuire l’evangelizzazione delle lontane regioni dei Medi, dei Parti (attuale Iran) e dell’India quando essi si separarono. Allora si trovava un certo Ambanès, inviato dal re d’India a cercare un architetto capace di costruirgli un palazzo che superasse in bellezza e in ricchezza quelli dei suoi predecessori. Informato dal Signore che quella era la via che gli era stata riservata per iniziare la sua missione, Tommaso si presentò ad Ambanès, come schiavo esperto nell’arte delle costruzioni. Essi s’imbarcarono per l’India e, arrivati avanti al re Guadafar, Tommaso promise di costruirgli un magnifico palazzo in un luogo che egli avrebbe scelto. Il re fu entusiasmato dal progetto che l’Apostolo gli disegnò e lasciò a sua disposizione una forte somma di denaro per la costruzione, prima di partire per le sue province lontane per un periodo di tre anni. Dal momento che prese possesso di queste ricchezze, Tommaso si impegnò a distribuirle agli innumerevoli poveri e affamati trascurati dal re e dai suoi signori. Egli aggiungeva all’elemosina i miracoli e la proclamazione del Vangelo, e fece tanto bene che un gran numero di pagani si convertirono. Quando il re gli fece chiedere a che punto fossero i lavori, Tommaso chiese dell’altro oro per completare il tetto. Il re, tutto felice, si affrettò ad inviarglielo, senza pensare che l’Apostolo lo distribuisse sul campo. La sua collera fu terribile quando apprese di essere stato truffato e che Tommaso aveva distribuito tutto il suo argento ai poveri. Egli lo fece imprigionare in una fossa profonda, riservandogli i più orribili supplizi. Ma la notte stessa, il fratello del re che era molto malato, fu trasportato in visione da un Angelo che gli mostrò un magnifico palazzo nel Regno eterno dei giusti. L’Angelo gli disse: << Vedi questo palazzo? È quello preparato per tuo fratello che l’Apostolo Tommaso ha costruito per lui >>. Quando ritornò in sé, descrisse a suo fratello ciò che aveva visto e quanto più bello di tutti gli edifici terrestri fosse il palazzo che Tommaso gli aveva costruito nel Cielo. Tutto sorpreso, il re sentì, fece uscire l’Apostolo di prigione e chiese il Battesimo a suo fratello.

San Tommaso partì per poi un altro Regno, dove regnavano con ancora maggiore violenza la barbarie e l’empietà. Tuttavia, grazie alla potenza del Santo Spirito che egli possedeva, arrivò a condannare la donna del re, Terzia, suo figlio, Azanès, e le sue due figlie Migdonia e Marca. Dopo averli battezzati insegnò loro come seguire la via della perfezione nell’ascesi e nella castità. Questo modo di vita strano e incomprensibile per l’impudico re, lo riempì di furore. Egli fece catturare san Tommaso e ordinò a cinque soldati di condurlo fuori città, sulla montagna dove lo trapassarono con le loro lance. Fu così che il santo Apostolo partì a raggiungere il Signore e gioire della sua presenza per l’eternità. Egli è venerato come il fondatore della Chiesa delle Indie.

* Perciò, lungi dal condannare Tommaso, la Chiesa ortodossa celebra la sua << benemerita incredulità >>, la domenica che segue Pasqua

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