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Sinassario | 6 aprile 2024

Apr 5, 2024 | Sinassario

6 aprile- Memoria di sant’Eutichio, patriarca di Costantinopoli (582); del beato Gregorio il Sinaita (1347); dei centoventi martiri di Persia (344-347); della beata Platonide di Nisibe (330); del beato Gregorio dell’Athos (1317); del neomartire Ghennadios, monaco di Dionisiou dell’Athos (1818); dei santi martiri Timoteo e Diogene di Macedonia (345)

Άγιος Ευτύχιος πατριάρχης Κωνσταντινούπολης

Όσιος Γρηγόριος ο Σιναΐτης

Άγιοι Εκατόν είκοσι Μάρτυρες που μαρτύρησαν στην Περσία

Οσία Πλατωνίς

Άγιοι Δύο μάρτυρες οι εν Ασκάλωνι

Όσιος Γρηγόριος ο εν Άθω

Άγιος Γεννάδιος ο Διονυσιάτης ο Νεομάρτυς και Οσιομάρτυς

Άγιοι Τιμόθεος και Διογένης οι Μάρτυρες

Άγιος Τερβίλλιος ο πρίγκιπας06.04: memoria del venerando martire Filareto                       

Sinassario

Il 6 di questo mese memoria del nostro padre tra i santi, Eutichio, patriarca di Costantinopoli.

Stichi. Venerando Eutichio morente con discorsi, considero me stesso fortunatissimo. All’anima di Eutichio la porta del cielo si apre il sei.

Lo stesso giorno memoria dei santi 120 martiri della Persia.

Stichi. Se conti i persiani che il fuoco brucia, trovi che hanno 4 volte il trenta.

Lo stesso giorno memoria della beata Platònide.

Stichi. Agli spazi celesti portano Platònide, splendida negli spazi terrestri per virtù.

Lo stesso giorno memoria dei santi due martiri che ad Ascalona furono sotterrati fino ai reni e uccisi.

Stichi. La terra senza pene dona al Verbo come frutti questi uomini sotterrati fino ai reni.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

  • 04: Memoria di Sant’Eutichio, patriarca di Costantinopoli

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

 

Sant’Eutichio nacque a Thia Komi in Frigia nel 512 e visse al tempo dell’imperatore Giustiniano. Figlio di illustri genitori, dai quali ricevette una pia educazione, studiò poi a Costantinopoli e divenne monaco in un certo monastero di Amasea, dove venne ordinato sacerdote ed igumeno. Nel 552 venne designato da Giustiniano patriarca di Costantinopoli e presiedette al Concilio Ecumenico Costantinopolitano II, in cui lottò con forza a difesa dell’ortodossia. Fu esiliato nel 565 a seguito delle macchinazioni degli origenisti. Nel 577, alla morte di Giustiniano, fu riportato al trono da Giustino II. Si addormentò nel Signore il 6 aprile 582.

 

  • 04: Memoria del beato Gregorio il Sinaita

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Il venerabile Gregorio il Sinaita fu un grande padre neptico e diffusore della preghiera noetica al Monte Athos e presso i popoli dei Balcani. Nacque nel villaggio di Koukoulo a Smirne nel 1280 da genitori devoti. “Consumato dall’eros divino” si ritirò a Cipro e al Sinai, dove fu tonsurato monaco ricevendo il nome di “Sinaita”. In quel luogo i monaci rimanevano “nell’estasi della vita immateriale e intangibile che conducevano”. Fu un eccellente calligrafo, un buon assistente, uno studioso diligente e “superava tutti gli altri padri del monastero nell’istruzione” e nella conoscenza della Sacra Scrittura. Dopo molti anni partì per Gerusalemme e Creta. A Creta gli furono insegnati da un virtuoso asceta di nome Arsenios i segreti della vita contemplativa. Andò al Monte Athos e trovò l’esichia presso la Skiti di Magoula. Gregorio si lamentava, tuttavia, perché i monaci in quel luogo “non conoscevano assolutamente nulla del significato della preghiera noetica o della custodia del nous o della vigilanza”. Ai suoi tanti e buoni discepoli insegnò l’opera della preghiera deificante. Il demone che odia il bene però, odiando la sua virtù e il suo lavoro, portò alcuni ad invidiarlo. Così si ritirò in luoghi più tranquilli, vicino al Monastero di Simonopetra, e “non voleva separarsi neppure per breve tempo dalla contemplazione”. Un’incursione di Agareni lo costrinse a lasciare la Montagna Sacra e a vagare in luoghi diversi. Ritornato alla Meghisti Lavra, nuove incursioni lo portarono a Paroria in Bulgaria, dove costruì monasteri e acquisì molti degni discepoli, che continuarono la sua opera salvifica. In quella terra, dopo molte vittorie contro demoni e miracoli a favore dei malati, consegnò la sua anima al Signore nell’anno 1347.

San Gregorio voleva “trascinare tutti i cristiani all’ascesa divina con i suoi insegnamenti, per innalzarli, così come se stesso, mediante la pratica delle virtù alle altezze della contemplazione, attraverso la supplica continua della preghiera noetica”. Desiderava realizzare lo stesso scopo con i suoi scritti.

La sua vita preziosa e meravigliosa fu raccontata nella biografia scritta dal suo amato discepolo di molti anni, il patriarca ecumenico Kallistos I. Questa vita fu rapidamente tradotta nella lingua bulgara medievale da un altro discepolo di san Gregorio e godette di una grande diffusione. Paisius Velichkovsky la tradusse in slavo, lo ieromonaco Meletios in rumeno, San Nikodemos l’Aghiorita in greco moderno e l’archimandrita Justin Popovich in russo e serbo. Un ufficio divino per lui è stato composto da Haralambos M. Bousias.

del Monaco Mosè l’Aghiorita 

 

  • 04: memoria del venerando martire Filareto

Archimandrita Antonio Scordino

Nell’estate dell’830 il berbero Asvâg, detto Fargalùs, sbarcò a Mazara; parte dei suoi puntarono verso Mineo, allo scopo di saccheggiare Enna, ma furono battuti dai Romani; altri invece raggiunsero velocemente Palermo e la posero in stato d’assedio. Ai primi di settembre dell’831, quando la città fu presa, vi si contarono non più di tremila abitanti: tutti gli altri erano morti colpiti dalla peste o dalle frecce, o nelle varie sortite. Un tentativo di fuga, all’inizio d’aprile, era stato organizzato dal monaco Filarete: egli aveva in animo di guidare un gruppo di monaci e cittadini per gli impervi sentieri delle Madonìe, al fine di raggiungere la Regione di Demenna, i Nèbrodi. Intercettati però dagli assedianti, preferirono la morte piuttosto che aderire all’Islam, e quindi furono tutti decapitati.

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