- Memoria del santo martire Esichio, senatore
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Il santo martire Esichio visse durante il regno di Galerio Massimiano, agli inizi del IV secolo . Aveva un ruolo importante nel palazzo reale e nel senato, perché era un magistrato. Quando scoppiò la persecuzione contro i cristiani, gli fu proposto di rinunciare alla sua fede, per salvare la sua vita e il suo ufficio. Ma Esichio non esitò a disprezzare tutti gli onori e le promesse e, con un eloquente entusiasmo, confessò la sua fede. Il re rimase sconcertato, ordinò che venisse rimosso dal suo ufficio e che fosse costretto ad indossare indumenti miseri, per poi ridicolizzarlo di fronte a tutti i funzionari. Fatto tutto questo, infatti, il re lo convocò e gli disse: “Non provi vergogna, Esichio, per aver perso il tuo onore e il posto di magistrato, ed essere stato ridotto a questo genere di vita? O forse non sai che i Cristiani, il cui modo di vivere hai abbracciato, non hanno alcun potere di reintegrarti nel tuo ruolo precedente e ridarti il tuo onore perduto?” Il Santo rispose: “Il tuo onore, o re, è temporaneo, ma l’onore e la gloria che Cristo dà sono eterni, senza fine”. A causa di queste parole, Massimiano si contrariò molto, e ordinò che una grande pietra gli venisse legata intorno al collo e che fosse gettato in acqua, nel punto più profondo del fiume Oronte. Così, quest’uomo benedetto ricevette la corona del martirio per il Signore.
- Memoria dei Santi Giovino e Basileo martiri a Roma sotto Valeriano (verso il 258)
Acta sanctorum Stephani papae et Tarsicii acolyti martyrum
Venne fuori un decreto di Valeriano e Gallieno che colpiva Stefano e il clero della Chiesa Romana: dodici, che v’erano ascritti, Bono, Fausto, Mauro, Primitivo, Calunnioso, Giovanni, Esuperanzio, Cirillo, Teodoro, Basilio, ed Onorato, vennero decollati sulla Via Latina presso l’aquidotto[7]; i loro corpi furono sepolti accanto a quelli di Giovino, e Basileo[8], per cura di Tertullino. Informatone papa Stefano chiamò a se Tertullino, ed eruditolo del regno di Dio, e della vita eterna, lo battezzò, e ordinò sacerdote, commettendogli provvedere alla tumulazione dei martiri.
[7] Il Martirologio Romano li ricorda il 1 di Agosto: A Roma, sulla via Latina, i santi Martiri Bono Prete, Fausto e Mauro, con altri nove, che sono ricordati negli Atti di santo Stefano Papa.
[8] Il Martirologio Romano li ricorda il 2 marzo: A Roma, sulla via Latina, i santi Martiri Giovino e Basileo, che patirono sotto gli Imperatori Valeriano e Gallieno. Nulla di più è detto su questi due martiri, di cui sappiamo soltanto che furono sepolti con tutta probabilità nel cimitero dedicato a Tertullino; nel IX secolo i loro resti, insieme a quelli degli altri martiri di quella catacomba, furono traslati nella basilica dei Santi XII Apostoli.
Tratto da http://www.oodegr.com/tradizione/tradizione_index/vitesanti/stefanotarsicio.htm
- Memoria dello ieromartire Teodoto vescovo di Cirenia di Cipro (320) [da www.saints.gr]
Vicariato Arcivescovile della Campania
San Teodoto, vescovo di Cirenia a Cipro, visse all’inizio del IV secolo, quando il paganesimo era sul punto di morire e cercava, come le bestie ferite a morte, con tutte le sue forze rimanenti, di distruggere anche il suo avversario, la Chiesa. Per il suo grande zelo a favore della fede cristiana e per le conquiste che ottenne nel mondo pagano, san Teodoto suscitò l’ira del governatore Sabino. Dopo averlo arrestato, cercò di persuaderlo a rinunciare alla sua fede in Cristo. Teodoto non solo non negò la sua fede, ma parlò anche con coraggio al sovrano contro l’illusione pagana e lo esortò a rinnegare i falsi dei. Allora Sabino lo fece torturare duramente, ma di fronte alla rivolta della popolazione cristiana, si spaventò e ordinò che il Gerarca fosse portato in prigione.
Ma anche in carcere, Teodoto non abbandonò il suo lavoro. Trovò degli uomini cui predicò la verità, creando così in quella prigione un piccolo gregge.
Successivamente, durante il regno di Costantino il Grande, fu liberato e due anni dopo, nel 315, si addormentò nel Signore, lasciando al clero e al popolo un esempio indimenticabile.
- Memoria di san Nicola Planàs, presbitero (1932)
San Nicola nacque a Naxos nel 1851, da Ioannis e Augustina, della famiglia Melissourgou. I suoi pii genitori lo allevarono con l’istruzione e la disciplina del Signore.
Fin dall’infanzia espresse la sua attrazione e il suo amore per il sacro. Era un fedele praticante, e ha sempre servito nella chiesa del nonno prete Georgios Melissourgos. Destinato da Dio a diventare ministro dei suoi santi misteri, partecipò senza interruzione alla vita liturgica della Chiesa attraverso il digiuno, la preghiera e la vigilanza.
Dopo la morte di suo padre venne con sua madre e sua sorella ad Atene. È nato, ma è morto presto. La sorella maggiore è morta appena nato il suo bambino, Giannakis, e lo ha cresciuto da solo.
Il Signore non tardò a nominarlo ministro della Sua chiesa e tutto dedito e utile alla causa del Vangelo di Cristo. Fu ordinato diacono il 28 luglio 1879, nella chiesa della Trasfigurazione di Plaka, e dopo cinque anni, il 2 marzo 1884, fu ordinato presbitero nell’umile chiesa di Agios Elissaios, a Monastiraki. Esercito il suo ministero per circa 50 anni (1884 – 1932), nei templi di Agios Panteleimon, vicino al fiume Ilissos, e nell’ancora più povera e isolata Chiesa di San Giovanni il Precursore, nell’odierna Vouliagmenis Odos. Si distinse come il sacerdote più dedito alla vita liturgica, un uomo di preghiera, la cui vita era diventata un costante ministero dell’Altare. Dalla “veglia del mattino sino a notte” rimase nel tempio. Era disinteressato nei modi e pieno di opere di bontà e di elemosina. Un po’ di pane e un po’ di verdura, che lui stesso raccoglieva, e qualche volta un po’ di latte offertogli dai pastori nella zona allora deserta della sua parrocchia, gli bastavano da mangiare. Le veglie che ha eseguito nella chiesa di Agios Elissaios ad Atene sono rimaste indimenticabili. Ci sono anche testimonianze di bambini che durante la Divina Liturgia lo videro in piedi sollevato da terra. Le testimonianze di illustri studiosi, come Alexandros Papadiamantis e Alexandros Moraitidou, che cantavano nelle veglie da lui svolte, sottolineano la sua rara e santa personalità sacerdotale.
Il sacerdote Nicola, il cosiddetto “semplice”, viveva nella gioia dell’Eucaristia, che ufficiava ininterrottamente ogni giorno, come definito dalle regole liturgiche, e la prolungava per molte ore, per avere il suo godimento spirituale. Ha sempre corrisposto alla genuina mente ortodossa e ha celebrato solennemente il Sacramento della venuta e della presenza del Risorto, che si rivela, come allora nell’Ultima Cena. La gioia della Risurrezione, situata al cuore dell’Eucaristia, divenne una rigenerazione ontologica e una gioia per l’anziano ardente nell’Amore divino. La sua immersione nella gioia pasquale lo avvolgeva. Non era un semplice dovere per lui. Il pretesto era il memoriale dei vivi e dei dormienti, tratto dal volume di appunti che teneva sempre su un vassoio. Infatti, non ha mai voluto interrompere la gioia dell’Eucaristia, la contemplazione del Corpo e Sangue Risorto di Cristo.
L’indimenticabile anziano, dopo aver raggiunto l’età di 82 anni e aver dato una testimonianza senza precedenti nel nostro secolo di doni celesti, santità, umiltà, semplicità, distinzione, elemosina, pratica e saggezza davanti a Dio, dopo essere stato l’unico protettore di migliaia di orfani poveri, si addormentò in pace nel Signore nel 1932.
Il 29 agosto 1992, le reliquie sacre e miracolose di Agios Nikolaos di Planas furono collocate in un reliquiario d’argento, che ora si trova nella navata destra di questo tempio sacro.
La nostra Santa Chiesa ha ufficialmente proclamato santo Nicola Planas durante il 135° Periodo sinodale (1991-1992) del Patriarcato Ecumenico, su suggerimento di Sua Eminenza il Metropolita di Patrasso, Nikodimos, e naturalmente con la cura di Sua Eminenza l’Arcivescovo Ambrogio.
La funzione di Agios Nikolaos di Planas, entrate nell’uso liturgico, sono state scritte dal metropolita di Patrasso Mr. Nikodimos e da Archim. Nikodimos Pavlopoulos, Abate del Santo Monastero di Leimonos, Lesbo.
Secondo il sito internet del Ministero Apostolico della Chiesa di Grecia, la memoria del Santo Sacerdote Nicola di Planas è onorata la prima domenica di marzo, con il rinvio di questo giorno omonimo, a seguito di una decisione del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia. Tuttavia, secondo il sito web della Santa Diocesi di Paronaxia, Agios Nikolaos Planas si celebra al giorno stabilito del 2 marzo. Ma se il giorno della Festa coincide con il periodo della Quaresima, la domenica successiva si celebra la sua Memoria.