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Sinassario | 18 marzo 2023

Mar 17, 2023 | Sinassario

18 marzo- memoria di San Cirillo, Arcivescovo di Gerusalemme (387); di san Cirillo di Astrakhan (1576); dei santi Trofimo ed Eucarpio di NIcomedia (fine III sec.); di sant’Edward, re dell’Anglia (978)
Άγιος Κύριλλος Αρχιεπίσκοπος Ιεροσολύμων,
Άγιοι Τρόφιμος και Ευκαρπίων,
Άγιοι Μύριοι Μάρτυρες,
Όσιος Ανανίας ο Θαυματουργός,
Άγιος Edward βασιλέας της Αγγλίας,
Όσιος Κύριλλος του Αστραχάν.

Sinassario

Il 18 di questo mese memoria del nostro padre tra i santi Cirillo, arcivescovo di Gerusalemme.
Stichi. Portando l’interesse del talento, entra nella gioia del Signore, Cirillo. Il diciotto la morte portò sulle ali Cirillo.

Lo stesso giorno i mille santi martiri che morirono decapitati.
Stichi. Col capo mozzo i mille uomini raggiunsero miriadi di intelletti.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Tròfimo, Eucarpione e i loro compagni.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

 

  • 03: Memoria del nostro santo padre Cirillo, vescovo di Gerusalemme

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Cirillo nacque a Gerusalemme intorno al 313. Fu ordinato presbitero da Massimo III, vescovo di Gerusalemme (333-348), distinguendosi per l’amore per la fede ortodossa e per le opere in aiuto ai poveri. Nel 348, data della morte di san Massimo, terminò le sue Catechesi, la sua opera più importante, considerata il più antico compendio dell’insegnamento cristiano. Sempre nel 348 fu elevato al trono vescovile di Gerusalemme. Entrò in contrasto con il vescovo di Cesarea Acacio, ma quando questi fu deposto, nel concilio di Seleucia, la sua opera vescovile poté riprendere. Combatté l’eresia ariana, e per questo fu esiliato dal suo trono per altre due volte, essendosi reso inviso agli imperatori eretici Costanzo II e Valente. Ma alla loro morte fu reintegrato nel suo ruolo. Nel 381 partecipò al Concilio di Costantinopoli, il secondo grande Concilio Ecumenico, che definì la dottrina ortodossa rispetto alla sostanza unica e alla tre Persone della Divinità. San Cirillo sottoscrisse le formule finali del Concilio. Si addormentò in pace nell’anno 387.

  • 03: Memoria di San Frediano vescovo di Lucca (verso il 568)

a cura del Protopresbitero Giovanni Festa

Martirologio Romano : “A Lucca, san Frediano, vescovo, che, originario dell’Irlanda, radunò dei chierici in monastero, per il bene del popolo deviò il corso del fiume Serchio rendendo fertile il territorio e convertì alla fede cattolica i Longobardi che avevano invaso la regione.

Tratto da

 http://www.santiebeati.it/dettaglio/78150

La data di nascita non si conosce, e come sua terra d  ‘ origine si indica l Irlanda, terra di evangelizzatori in  Occidente,  isola dei santi . Probabilmente si è fatto monaco in patria. Poi viene a Roma come pellegrino e studente. Più tardi lo troviamo nei dintorni di Lucca, eremita. Ed è lì che vanno a prenderlo clero e cittadini per farne il loro vescovo, intorno al 560. Un fatto non tanto insolito, in verità. La sua vita austera e la sua cultura sono ben note, e anche la sua energia. Doti naturalmente sempre preziose, ma essenziali in questi anni tormentati.
Nel 568 l  invasione longobarda (un esercito e un popolo; soldati, famiglie, anche animali…) mette fine all  unità italiana.). L ‘ ntero territorio si trova diviso irregolarmente, con una parte più estesa conquistata dai Longobardi, e con le regioni più ricche ancora bizantine. Nelle terre già povere la povertà cresce, aggravata dalle rapine dei nuovi venuti (che distruggono anche il monastero di Montecassino), e dalla bassa produttività dei terreni, anche per il disordine idrogeologico. In territorio lucchese le acque del Serchio (affluente dell  Arno) trasformano spesso i coltivi in acquitrini.
E qui interviene Frediano, che sa anche d  idraulica: d  accordo con i capi cittadini, progetta e fa aprire un canale che porta il Serchio al mare, risanando il territorio. E la voce popolare trasforma la saggia iniziativa in miracolo: con un rastrello, si racconta, il vescovo ha tracciato al Serchio un nuovo corso e il fiume ha obbedito. Frediano lavora anche a mettere ordine nella sua diocesi, a costruire chiese, e si impegna fortemente  come tanti altri vescovi del tempo “ per portare nella Chiesa i Longobardi, in gran parte ariani o anche pagani. Per opera sua nasce una comunità monastica che avrà vita plurisecolare; da essa deriveranno i  canonici di San Frediano , che Anselmo da Baggio, diventato papa Alessandro II, chiamerà a guidare anche i canonici di San Giovanni in Laterano a Roma.
Gli eventi hanno quasi cancellato le autorità civili tradizionali, ed è spesso Frediano a supplirle, come accade ad altri vescovi dell  epoca. Lui è con la gente, è per la gente, mescolato a contadini e pescatori, in una intimità continua e cordiale. Sempre maestro e sempre fratello. Di qui la sua popolarità immensa, l ‘ aura di prodigio che pare sempre accompagnarlo, i tanti miracoli che gli si attribuiranno, e l  ‘affettuosa durata del suo culto, di secolo in secolo.
Frediano muore, secondo una tradizione, il 18 marzo 588.

Tratto da

http://www.loschermo.it/23007/

secondo la tradizione nacque in Irlanda da stirpe regale divenuto monaco si recò a Roma in pellegrinaggio fermandosi poi a Lucca. La fama di santità spinse i lucchesi a eleggerlo vescovo intorno al 561.

Frediano compì in modo articolato una missione di evangelizzazione e organizzazione della diocesi fondando molte delle innumerevoli pievi del territorio lucchese. Appena fuori dalle mura romane di Lucca fondò la chiesa di San Vincenzo dove fu seppellito e che oggi porta il suo nome. Anche la chiesa di San Martino, divenuta poi cattedrale di Lucca, secondo la tradizione sarebbe stata edificata per sua volontà: un’epigrafe perduta del VI secolo, ancora visibile nel XVIII secolo in San Martino, ricordava che il presule aveva disposto la costruzione dell’altare di Santo Stefano ornato da un ciborio.

Papa Gregorio Magno nei «Dialoghi» lo ricorda così: «Non vorrei passare sotto silenzio neppure ciò che venni a sapere due giorni fa dal venerabile Venazio vescovo di Luni. Infatti il vescovo ha raccontato che alla chiesa di Lucca, a lui vicina, apparteneva un uomo di eccelse virtù di nome Frediano, di cui tutti gli abitanti ricordano questo miracolo famosissimo: il fiume Auser (l’antico Serchio) che arrivava a scorrere fin sotto le mura della città, spesso col verificarsi di inondazioni, uscito dal suo alveo soleva riversarsi nelle campagne trascinando via tutto quello che trovava di seminato e piantato. Poiché questo avveniva frequentemente gli abitanti stessi, dedicandosi con zelo ai lavori, tentarono più volte di fare scorrere il fiume per diversi luoghi, ma per quanto si fossero affannati non riuscirono a deviarlo dal proprio letto. Allora Frediano uomo del signore costruì un piccolo rastrello, si avvicinò al letto del fiume e si raccolse in preghiera: e comandando al fiume di venirgli dietro per qualunque luogo gli fosse parso, trascinò per terra il rastrello al quale venne dietro tutta l’acqua del fiume, dopo aver abbandonato il proprio letto, così che lasciò il luogo del suo consueto scorrere e riuscì a farsi un letto là dove l’uomo del Signore, trascinando in terra il rastrello, aveva segnato il tracciato e non danneggiò più tutto ciò che era stato seminato o piantato allo scopo di giovare all’alimentazione degli uomini»

Impegnato a far superare alla sua città le crudezze dell’invasione longobarda il vescovo Frediano morì il 18 marzo del 588.

Consultare anche 

http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-frediano_(Dizionario-Biografico)/

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