- Memoria dei santi Atanasio (373) e Cirillo (444), patriarchi di Alessandria
Sant’Atanasio fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei principi stabiliti dal I Concilio Ecumenico, e per questa sua fermezza dovette subire cinque condanne all’esilio. La morte di Costantino II, nel 340, espose di nuovo Atanasio alla persecuzione dei suoi avversari, che l’anno successivo indissero un concilio ad Antiochia e confermarono pertanto la degradazione di Atanasio.
Secondo l’antica tradizione della Chiesa di Costantinopoli, oggi si celebra il ritorno di Sant’Atanasio da quest’esilio, quando, il 21 ottobre 346, alla morte dell’ariano Gregorio di Cappadocia che era stato posto al vertice dell’arcivescovado di Alessandria dal Concilio di Antiochia, egli riuscì a tornare alla sua sede come patriarca di Alessandria. La festa principale di Sant’Atanasio il Grande si celebra il 2 maggio, giorno del trasporto delle sue reliquie.
In questo stesso giorno ricorre anche la festa di San Cirillo perché, come Atanasio il Grande fu il difensore del dogma ortodosso della Trinità consustanziale contro l’arianesimo, così Cirillo il Grande, anch’egli arcivescovo di Alessandria (412-444) fu difensore del dogma dell’Incarnazione del Logos nel grembo di Maria.