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Giornata mondiale della lingua Hellenica

Feb 9, 2024 | Scritti dal Metropolita

MESSAGGIO DI SUA EMINENZA REV.MA IL METROPOLITA POLYKARPOS, ARCIVESCOVO ORTODOSSO D’ITALIA ED ESARCA DELL’EUROPA MERIDIONALE, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DI LINGUA GRECA

(Venezia, Campo dei Greci, 9 febbraio 2024)

Ellines, Panellines, Filellines e gli altri Ellines diventati perché “possiedono della nostra pedeia”, della quale principale elemento ed espressione è il linguaggio, la nostra lingua greca.  

Una volta un interlocutore straniero chiese a Giorgio Seferis: “Ma crede seriamente di essere […] discendente di Leonida e Temistocle?”. E la risposta fu: “No, siamo discendenti solo di nostra madre, che ci ha parlato in greco, che ha pregato in greco, che ci ha cullato con i racconti di Ulisse, Ercole, Leonida e Papaflessa, e ha sentito la sua anima commuoversi, il Venerdì Santo, davanti alla salma del Figlio di Dio”.

Gli ideali promossi dall’Ellenismo con il suo linguaggio e le sue virtù, ed anche dall’Ortodossia, l’Ecumene Cristiana del grande Ellenista l’Apostolo delle Genti Paolo, che armonicamente si è incontrata e mischiata con l’Ecumene Ellenistica di Alessandro Magno, danno un senso, da un estremo all’altro, ad ogni coscienza che si eleva, con speranza metafisica, alla ricerca dell’essenziale. Sono proprio questi gli assi di vita in queste montagne e sponde dell’Egeo dove fu destinata a vivere la nostra Stirpe ed hanno segnato indelebilmente il suo destino nel luogo che diede

origine al pensiero cristiano prima dell’incarnazione dell’Incontenibile.

Queste cose ha inneggiato nel suo discorso di ringraziamento all’Accademia Svedese, durante la consegna del premio Nobel in Letteratura: “Appartengo ad un paese piccolo. Un promontorio roccioso nel Mediterraneo, che non possiede altro bene se non la lotta del suo popolo, il mare e la luce del sole. Il nostro luogo è piccolo, ma la sua tradizione è enorme e la cosa che la caratterizza è che ci è stata tramandata senza interruzioni. La lingua greca non ha mai smesso di essere parlata. Ha subíto i cambiamenti che subisce ogni essere vivente, ma non presenta alcun spacco. Un’altra caratteristica di questa tradizione è il suo amore per l’umanità; sua regola è la giustizia”.

Coscienza del linguaggio significa coscienza del pensiero. Coscienza della vastitá del linguaggio, significa coscienza della vastitá del pensiero. Ecco perché le lingue sono la misura dei popoli. Non è possibile il progresso del pensiero e della cultura se le lingue decadono, e viceversa.

L’altro nostro grande poeta, anch’egli premio Nobel di Letteratura, Odisseo Elytis, aggiunge: “Guardate le mie labbra, il mondo dipende da loro”. E altrove:

Lingua mi diedero greca,

povera casa sui lidi d’Omero.

[…]

La lingua mi fu l’unica cura con i primi Gloria Patri!

Ivi palme ed allori

l’incenso vaporante

benedicente spade e carabine.

Sul terreno – un ammanto di vigneti –

nidore, brindisi di uova

Cristo è risorto

coi primi botti degli spari greci.

Mistici amori con l’incipit dell’Inno.

La lingua mi fu l’unica cura con l’incipit dell’Inno!

Nel suo discorso di ringraziamento all’Accademia Svedese ha sottolineato con enfasi: “Consentitemi, per favore, di parlare in nome della luce e della trasparenza. Perché queste sono le qualità che hanno definito il luogo a me destinato per crescere e vivere. E sono queste che ho sentito poco a poco, identificarsi nel mio animo col mio bisogno di esprimermi. È giusto portare nell’arte ciò che viene dettato dalla propria esperienza personale e dalle virtù del proprio linguaggio. Ancoramaggiormente quando i tempi sono bui e ciò che dettano è la massima visibilità possibile”.

Nel fascino e nella verità della strada greca si sono incontrate due correnti: l’eredità antica e la confessione cristiana ortodossa. Questa fede hanno servito correttamente i grandi Padri della Chiesa, avendo come strumento la lingua, l’istruzione e filosofia greca, dai suoi inizi fino agli anni piú recenti, forgiando una dinamica che ha salvato la nostra Stirpe nella confusione della sua storia. In questo modo l’Ellenismo si libera e rompe i suoi confini geografici. Diventa una identità, una proposta di vita che interessa tutta l’umanità. “Il Vangelo è uno dei monumenti della nostra odierna vivente parlata comune”, ricorda ancora Seferis. In modo mistagogico, devoto e amorevole ha osservato e ci ha comunicato la grande eredità.

Caloroso è l’augurio e fervida la preghiera, come anche insistente è la raccomandazione di conservare, mantenere, salvaguardare e trasmette integra la lingua greca e la fede ortodossa, che si espressa e fu formulata tramite questa lingua unica, quest’unico bene e ricchezza dell’umanità intera.

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