Eminenza Reverendissima, Signor Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo Metropolita di Firenze,
Eminenze ed Eccellenze,
Reverendi Padri,
Signore e Signori,
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
Cristo è risorto!
Nessuno di coloro che varcano le porte di questa storica chiesa rimane indifferente all’ispirazione potente e spiritualmente edificante portata dalla profonda santità della sua architettura e della sua arte uniche. Così, in questi giorni dopo la gioiosa celebrazione della resurrezione di Cristo, vorremmo esprimere la nostra più profonda gratitudine a Sua Eminenza il Signor Cardinale Giuseppe Betori per la benedetta opportunità di questa Celebrazione Ecumenica e per la sua ospitalità fraterna e per molti versi molto fiorentina.
Mentre le parole della lettura del Santo Vangelo continuano a risuonare, riempiendo i nostri cuori con il sigillo della presenza di Cristo tra noi, non possiamo non ricordarci profondamente della nostra ricerca ecumenica dell’unità. Questa ricerca, questo viaggio, è iniziato molti decenni fa e continua a essere un Kairos di riconciliazione e speranza. Tuttavia, a volte abbiamo bisogno di ricordarci dell’essenziale, che è Cristo stesso: Egli è “la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6). Abbiamo incontrato questa frase molte volte. Ma stasera, in questa magnifica basilica, eredità dei grandi Medici, alla presenza di tanti cristiani, nell’abbraccio della speranza del Signore, riceviamo un comandamento profondo. La nostra unità in Cristo, di cui si parla poco dopo nello stesso Vangelo “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21), non è solo una meta, ma Cristo stesso è presente al nostro fianco in ogni passo del cammino. Questo pellegrinaggio di riconciliazione e unità richiede la riscoperta della presenza del Signore in mezzo a noi come gesto di autentica carità e amore. La liturgia ortodossa offre questa preghiera:
“Signore, ci hai concesso di offrire queste preghiere comuni all’unisono e hai promesso che quando due o tre si accordano nel tuo nome, tu esaudisci le loro richieste. Esaudisci ora, o Signore, le suppliche dei tuoi servi se concorrono al loro bene, concedendoci nel tempo presente la conoscenza della tua verità e nel futuro la vita eterna”.
Queste parole sono pura consolazione per i discepoli di Cristo, poiché li invitano a scoprire l’infinita misericordia dell’Unico, il Padre! San Paolo scriveva ai Galati: “Poichè siete figli, Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: “Abbà! Padre!”. Perciò non siete più schiavi, ma figli, e se figli anche eredi per mezzo di Dio” (Galati 4:6-7). Camminare verso il Padre è paragonabile al nostro cammino ecumenico verso il ripristino della piena unità, poiché il Padre è la fonte dell’unità nella Santa Trinità. San Gregorio il Teologo insiste: “Perciò l’Unità, essendo arrivata da tutta l’eternità per moto alla Dualità, trovò il suo riposo nella Trinità. È questo che intendiamo con Padre e Figlio e Spirito Santo”. (Orazione 29).
La nostra vocazione ecumenica riecheggia questa dialettica trinitaria, dove il nesso unità-pluralità esprime la natura della nostra ricerca per il ripristino dell’unità cristiana nella comunione. Il mio predecessore di benedetta memoria, il patriarca ecumenico Atenagora, amava dire: “Dobbiamo avanzare verso l’unità: non possiamo rimanere con lo status quo”. Pertanto, siamo molto grati al nostro fratello, Sua Santità Papa Francesco, per la sua comunione spirituale e la sua apertura nell’esplorare percorsi ecumenici inesplorati: dalla protezione della nostra casa comune della creazione di Dio, all’aiuto e al sostegno fornito ai migranti e ai più vulnerabili, ma anche alla promozione della pace nel mondo e alla valorizzazione dei diritti umani. Il nostro comune impegno ecumenico ci permette di immergerci nell’essenza di ciò che abbiamo in comune, cioè l’insegnamento stesso del Signore risorto e del suo Santo Vangelo.
Eminenza Reverendissima, cari fratelli e sorelle in Cristo,
le nostre relazioni ecumeniche cresceranno solo se ci ricorderemo di mettere Cristo al centro di questo cammino verso la riconciliazione e l’unità. Egli è la via. È la verità. È la vita. In questo periodo pasquale, queste parole divengono un preciso programma di vita affinché rinnoviamo il nostro impegno comune a testimoniare il Signore risorto. Continuiamo a pregare con tutto il cuore per coloro che sono colpiti dalle guerre e dalla distruzione del nostro ambiente. Ripetiamolo con forza: non è possibile che il Signore continui ad agonizzare come nell’ora della Passione a causa della divisione dei suoi discepoli mentre noi restiamo indifferenti al suo ardente desiderio di vederci tutti riuniti nel suo nome.
Cristo è Risorto!