Iniziale » Allocuzione di S.E.R il Metropolita d’Italia Policarpo a Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I in occasione della Sua partecipazione dalla Cattedra alla Divina Liturgia della IV domenica di Pasqua, detta “del Paralitico”, nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sede dell’omonima parrocchia e confraternita della Nazione Greca a Napoli (Napoli 7 maggio 2023).

Allocuzione di S.E.R il Metropolita d’Italia Policarpo a Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I in occasione della Sua partecipazione dalla Cattedra alla Divina Liturgia della IV domenica di Pasqua, detta “del Paralitico”, nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sede dell’omonima parrocchia e confraternita della Nazione Greca a Napoli (Napoli 7 maggio 2023).

Mag 7, 2023 | Chiesa Cattedrale e Confraternita Greco-Ortodossa dei SS. Pietro e Paolo - Napoli, dal Patriarcato, Scritti dal Metropolita

Santità, Sacratissimo Padre e Capo, Cristo è risorto!
La Partenope dei Rodiensi, la Neapoli degli Eubei, la sposa e la capitale del Mezzogiorno d’Italia, la maggior parte del quale coincide con la gloriosa Magna Graecia, e la Sacra Metropoli d’Italia, la prima figlia dell’illustre Pontificato della venerabilissima Santità Vostra, accolgono con sentimenti di indicibile gioia e straordinaria commozione Voi e il Vostro venerabile seguito. La gioia e la commozione di noi tutti aumentano poiché il Venerabile Primate dell’Ortodossia terrestre, l’amorevole Primate della Stirpe dei Romei, l’Angelo della nostra Madre-Nutrice la Grande Santa e Martire Chiesa di Costantinopoli-Nuova Roma ci fa visita nel clima radioso della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, il Vincitore della morte e del peccato, benedicendo, come padre e patriarca, da questo storico tempio dei Santi Protocorifei Apostoli Pietro e Paolo, sede dell’omonima confraternita della Nazione Greca a Napoli, il sacro clero e il pio popolo che si trovano nella Penisola Italiana e nelle sue Isole, la quale costituisce uno strategico ed eletto possedimento del Patriarcato Ecumenico.
La Sacra Metropoli d’Italia e l’Esarchia dell’Europa Meridionale è orgogliosa di possedere nel suo seno questo vanto storico e celebre dell’Ellenismo e dell’Ortodossia vale a dire la chiesa e la confraternita di Napoli con la quale ha un’eccellente collaborazione. Infatti, i consiglieri, il priore e tutti i membri lottano per mantenere viva la nostra presenza greco-ortodossa in questa che per la nostra Chiesa e la nostra Stirpe è una regione strategica, assicurando pertanto di consegnare ai loro figli il testimone. A capo di questa sacra lotta è da più di 25 anni il Rettore, un tempo da sacerdote e ora da Vescovo, il Vescovo Ausiliare della Mia Umiltà S.E. di Kratea, l’amatissimo in Cristo fratello Giorgio, amico prediletto e prezioso collaboratore già dagli anni in cui ero Protosincello in questa Regione da Dio salvata.
Sua Eccellenza di Kratea svolge con obbedienza e dedizione un’eccellente opera pastorale e non solo, rendendo questa chiesa greco-ortodossa, centro dell’Ortodossia Ecumenica in tutta la regione della Campania e del Mezzogiorno d’Italia. Io come Pastore, la Confraternita e gli Ortodossi Campani ringraziamo la Vostra Autorità Venerabile perché ha benedetto e approvato, da padre e patriarca, la promozione di questo degno chierico della nostra Metropoli al grado vescovile col titolo di quella che un tempo fu la celebre diocesi di Kratea. E siccome il discorso è giunto sino alla diocesi di Cratea, la nostra mente e il pensiero di tutti, da Voi Santità sino all’ultimo fedele, sono rivolti all’amico e compagno di viaggio, il venerando gerarca della Madre Chiesa e diretto predecessore della Mia Umiltà, da Kratea l’indimenticabile Metropolita d’Italia e Malta S.E.R Gennadios Zervos di Rodi che ha servito in questa chiesa per 35 anni come diacono, presbitero e vescovo ausiliare (1961-1996), il quale ho servito per 11 anni come Vicario Generale. Siamo tutti certi che dal cielo la sua anima gioisce per questa odierna pasquale nostra sinassi che presiede e benedice il Patriarca della Stirpe dei Romei, intercedendo dinanzi all’Altare Sovraceleste per tutti noi e in particolare per il suo amato gregge di Napoli.
A Napoli, che per circa cinque secoli fu Ducato Bizantino e che possedeva 70 chiese di rito e di lingua greca, oggi non siamo le migliaia del glorioso antico passato ma, nonostante i tempi apocalittici che viviamo, continuiamo la nostra presenza e siamo decisi a continuarla sino alla consumazione dei secoli, per intercessione dei locali santi patroni Protocorifei pietro e Paolo e di tutti i santi di questa terra benedetta, martiri, santi monaci e gerarchi, con a capo il patrono e protettore di Napoli il glorio santo vescovo Gennaro. A questo punto mi vengono in mente le storiche parole del Grande Predecessore della Vostra Santità l’indimenticabile Patriarca Atenagora: “Siamo pochi ma innumerevoli”. D’altronde, questa storica chiesa non è solamente un punto di riferimento per gli Ortodossi Greci ma, come Voi stesso avete constatato, anche per gli altri fratelli Ortodossi dell’Europa Orientale, per i quali S.E. di Kratea mostra particolare cura e riguardo, sin dall’inizio del suo servizio qui.
Santità,
a breve ritornerete alla Vostra Cattedra Ecumenica, nella Città del Grande Costantino e della Sovrana Deipara, la Città dei nostri sogni e sospiri. Avete presieduto oggi, IV domenica della Santa Pasqua, conosciuta come “Domenica del Paralitico”, qui nella storica chiesa greco-ortodossa di Napoli. Ritornando all’umile, nobile e sempre luminoso Fanar, da figli supplichiamo la Santità Vostra che ha confidenza presso il Signore di intercedere presso la Sovrana Deipara, l’Invincibile Stratega della Stirpe dei Romei, e la lodatissima santa Eufemia la Grande-Martire, patrona della nostra Sacra Metropoli, affinché il Risorto, il Grande Medico delle anime e dei corpi ci custodisca tutti sani e salvi dalla paralisi fisica e spirituale, la seconda più grave della prima e ci guarisca, Dio non voglia, se siamo già paralizzati.
Buon ritorno dunque alla nostra Urbe, Santissimo nostro Padre e Pastore.
Che possiamo presto riavere l’Amorevole Santità Vostra in mezzo a noi, qui in questo amatissimo Paese che è l’Italia, “il bel Paese”, primogenito, dal punto di vista ecclesiastico, del vostro Pontificato illustre.
Per molti, moltissimi Anni Veneratissimo e Santissimo Padre, Pastore, Capo, Gheronda e amorevole Nonno nostro, cosi come vi chiamano i bimbi di Imbros e della Regina delle Città.
Cristo è risorto Santissimo, Venerabilissimo e Amatissimo Capo!
Cristo è risorto, fratelli e diletti figli, e la vita regna!
Al Cristo Salvatore Risorto la gloria, il potere nei secoli dei secoli. Amin
 
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