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Allocuzione del Metropolita Polykarpo a Patriarca Ecumenico Bartolomeo

Ott 4, 2023 | Foto Reportage, Scritti dal Metropolita

ALLOCUZIONE DI SUA EMINENZA REV.MA IL METROPOLITA POLYKARPOS, ARCIVESCOVO ORTODOSSO D’ITALIA ED ESARCA DELL’EUROPA MERIDIONALE,

A SUA SANTITÁ L’ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI-NUOVA ROMA

E PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO I

(Roma, Chiesa Greco-Ortodossa di San Teodoro in Palatina, 1 ottobre 2023, Domenica II di Luca).

Santissimo Padre e Signore!

Il Pastore, il sacro Clero e il pio Popolo della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia gioiscono e si rallegrano, per la benefica presenza di Vostra venerabile Santità alla Città Eterna, benedicendo e santificando dal Colle Palatino il gregge greco-ortodosso di Roma specialmente e di tutta d’Italia generalmente. L’Angelo della Grande Chiesa di Costantinopoli-Nuova Roma si collega strettamente con l’amata Italia e specialmente con l’Antica Roma perché in questa ha effettuato triennali studi post-universitari, come anche con questo Sacro Tempio che la Vostra Santità ha consacrato al culto ortodosso diciannove anni fa, concesso dalla Santissima Chiesa di Roma su decisione dell’allora suo indimenticabile Primate Papa Giovanni Paolo II.

Ed ecco, per ancora un’alta volta sta sul Trono Episcopale di San Teodoro in Palatino presiedendo la Divina Liturgia della Domenica II di Luca, Lei il Patriarca della carità, della pace, del dialogo, dell’unità, il “Patriarca verde”. Dopo un’ itinerario sacro alle Chiese Autonome di Finlandia e di Estonia, dove ha presieduto alle varie manifestazioni, religiosi e civili, per il centennale dalla loro autonomia, sempre sotto la protezione e l’affetto della loro Chiesa Madre, la Grande Chiesa di Costantinopoli-Nuova Roma; dopo la visita ben riuscita e piena di successo in Ungheria, Vostra Santità è arrivata alla Città Eterna, rispondendo all’invito fraterno del Primate della sorella Santissima Chiesa di Roma Papa Francesco, affinché con la Sua alta presenza e orazione, durante la Veglia Ecumenica di Preghiera del giorno di ieri, Sabato 30 settembre 2023, esaltasse nella Piazza di San Pietro tale evento importante celebrato nell’ambito della XVI Assemblea Generale Ordinaria dei lavori del Sinodo dei Vescovi, la preparazione della quale nelle diocesi locali ha visto coinvolgere anche i fedeli laici. Papa Francesco nell’Angelus della domenica passata 24 settembre ha sottolineato che “il cammino verso l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono collegati”.

Abbiamo celebrato la Divina Liturgia, l’Eucaristia. Il grande Predecessore di Vostra Santità e Maestro Universale della Chiesa San Giovanni Crisostomo, al quale si attribuisce il testo della Liturgia appena celebrata, chiama la Divina Liturgia “sinodo del cielo e della terra”, cioè cammino comune celeste e terrestre. L’istituzione divino-umana della Chiesa è “ἱεραρχικῶς συνοδικόν” (=gerarchicamente sinodale) e “συνοδικῶς ἱεραρχικόν” (=sinodalmente gerarchica). Il principio gerarchico non è contrario a quello sinodale, visto che il secondo si basa sul primo.

Nella Divina Liturgia e specialmente nel modo della sua celebrazione e nella struttura del luogo dove essa viene celebrata, cioè del tempio, vediamo chiaramente il carattere sinodale e gerarchico della Chiesa di Cristo. Di conseguenza anche tutta la diaconia amministrativa e pastorale della Chiesa deve funzionare avendo come modello la celebrazione della Divina Eucaristia, cioè sinodalmente e gerarchicamente ed essere una sua estensione.        

Il Sinodo dei Vescovi è una con-celebrazione, una estensione della Divina Liturgia e della preghiera eucaristica. Come esistono i con-celebranti nella Divina Eucaristia, così anche sono i co-amministratori nelle cose ecclesiastiche. È caratteristico il Canone Apostolico 34 che referendosi al funzionamento del sistema Metropolitano dice: “il Primo tra di loro essere il loro capo e niente questi fare senza la sua opinione”, ma anche “il Primo niente fare senza l’opinione di tutti”. E nell’ordinamento sinodale della Chiesa importante ruolo hanno anche i laici, visto che questi ultimi non sono membri “passivi” della Chiesa, ma membri “carismatici” che hanno la possibilità della partecipazione alla Grazia increata di Dio e la benedizione di essere pastorati per la loro salvezza.

L’amministrazione ecclesiastica si compie dentro l’ambito della diaconia pastorale, che è espressione dell’atmosfera eucaristica e parametro della partecipazione di tutti i membri della Chiesa al Mistero della Divina Liturgia. Sotto questo significato si fa riferimento anche al carattere episcopico-centrale della Chiesa, che non è indipendente da quello sinodale e gerarchico. L’ordinamento sinodale e gerarchico riguarda tutti gli aspetti e latti della vita ecclesiastica e non deve funzionare soltanto nei Sinodi dei Vescovi. Riguarda anche il livello diocesano e parrocchiale. La sinodalità non abolisce la gerarchia e la gerarchia la sinodalità.

Questo vale anche per quanto riguarda il modo di funzionamento di tutte le Chiese Ortodosse Autocefale locali e lo svolgimento delle liturgie pan-ortodosse. Esiste chiaramente un Primus che ha come dovere il buon funzionamento e il coordinamento del Corpo ecclesiastico. Le autocefalie non sono “auto-cefalarchie” (αὐτο-κεφαλαρχίαι). È errore teologico ed ecclesiale gravissimo comprendere e interpretare il termine greco “autocefalia” con il suo assoluto significato, perché questo termine piuttosto vuole spiegare e indicare l’auto-governo di alcune regioni ecclesiastiche delle quali i confini geografici sono ben determinati e non la loro totale indipendenza. La Chiesa Ortodossa è una e unica e non una Confederazione di Chiese locali totalmente indipendenti, come si crede erroneamente in grade parte dell’Occidente cristiano e fanno passare alcuni fratelli ortodossi per propri interessi provinciali.

E nella Chiesa Ortodossa esiste un Primus, che co-esiste con gli altri Primati Ortodossi in modo gerarchico e questo è il Santissimo Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e Patriarca Ecumenico, che se uno esaminerà attentamente, profondamente e imparzialmente l’esercizio nel passare dei secoli e fin d’oggi del suo primato, nella sostanza capirà che in realità non è precisamente un Primus inter pares ma in qualche modo un Primus sin pares.

Santissimo Padre e Signore,

L’odierno giorno domenicale coincide con la grande Festa liturgica della Protezione della Santissima Madre di Dio e la Sinassi della Madonna del Veloce Riscontro (Παναγία Γοργοϋπήκοος). Supplicate che la Signora Nostra, la Madre di Dio, protegge e ripara la Chiesa del Suo Figlio e Dio e Nostro Dio, Signore e Salvatore Gesù Cristo.

La Festa della Santa Protezione della Madre di Dio si festeggia particolarmente nella terra benedetta e santa di Ucraina, che viene provata terribilmente dall’invasione barbara e la guerra ingiusta, provocata da fratello. Che la Santissima Madre di Dio protegge il popolo Ucraino e tutti i popoli della nostra turbata umanità e la Madonna del Veloce Riscontro (Παναγία Γοργοϋπήκοος) ascolti velocemente le suppliche dei Suoi figli e le porta al Trono del Suo Figlio implorandoLo per tutte le Sue creature, perché “πολλά ἰσχύει δέησις Μητρός πρός εὐμένειαν Δεσπότου” (=“molto vale la supplica della Madre per la benevolenza del Signore”).

Buon ritorno a Nuova Roma e buon Sinodo dopodomani Martedì 3 ottobre, visto che cominciano le sue sedute ordinarie per il mese di ottobre sotto la presidenza di Vostra Santità. La ringraziamo dal profondo del nostro cuore filiale per tutto ciò che Lei paternamente fa per la nostra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, dal Pastore fino all’ultimo fedele. Prega per tutti noi i Suoi figli fedeli e devoti, chierici, monaci e laici, nell’amata Italia, perché ha audacia di fronte a Dio.  

Ricevi come ricordo del passaggio Suo di oggi da questo Sacro Tempio l’icona del suo Santo Patrono, il Grande Martire e Taumaturgo Teodoro il Tirone. L’aspettiamo di nuovo l’anno prossimo per celebrare il 20° anniversario dalla sua consacrazione al culto ortodosso da parte di Vostra Santità. Auguriamo a Lei e a tutti i presenti che la Vostra vita sia piena di doni di Dio, come indica il nome greco “Teodoro”.   

Εἰς πολλά ἒτη Παναγιώτατε καί Θειότατε Πάτερ καί Δέσποτα!

Ad multos annos Santissimo Padre e Signore!

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