- Memoria di San Gerasimo del Giordano
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
San Gerasimo del Giordano nacque in Licia, in Asia minore, agli inizi del V secolo. I suoi genitori molto pii lo consacrarono al Signore, ed egli, già in giovane età, visse come eremita per anni. Poi, attorno al 451, si recò a Gerusalemme e, dopo aver venerato i Luoghi Santi, si ritirò in Giordania, fu tonsurato monaco e, nel deserto, visse da anacoreta. Al tempo del Concilio di Calcedonia, lui, come altri anacoreti del deserto, si trovò vicino alle posizioni dei monofisiti, ma presto San Gerasimo capì il suo errore da uomo di buona volontà e mente umile com’era. Aveva l’abitudine di visitare e chiedere consigli a persone spiritualmente avanzate: Sant’Eutimio il grande, quindi, gli insegnò la verità sulle due nature di Cristo. Compreso il suo errore, San Gerasimo tornò di nuovo nel seno della Chiesa.
Più tardi, intorno al 455, quando molti monaci si radunarono intorno a lui, chiedendo la sua guida illuminata, costruì un grande monastero nel deserto, vicino al fiume Giordano. Nel monastero la regola stabiliva che i principianti rimanessero nel cenobio e che quelli più anziani vivessero cinque giorni a settimana isolati nelle loro celle, andando in chiesa a ricevere la Santa Comunione e partecipando al pasto comune solo il sabato e la domenica.
Il Santo fu modello di disciplina e di vita per tutti coloro che avevano scelto di perseguire la vita monastica. Era severo, ma solo con se stesso: con gli altri era semplice e indulgente. Mangiava quel poco che era necessario per rimanere in vita, dormiva molto poco. Insegnava che attraverso la limitazione del sonno e la temperanza, la mente carnale si abitua allo spirito. La sua ascesi fu premiata dal Signore, che gli conferì il dono di compiere miracoli e di essere servito dalle bestie feroci. Quando il 19 gennaio 473 morì il beato Eutimio il grande (ricordato il 20 gennaio), San Gerasimo vide in visione, raccolto in preghiera nella Lavra, la dipartita del Beato. Questo è affermato da San Ciriaco l’anacoreta (ricordato il 29 settembre), che accompagnò San Gerasimo al servizio funebre del grande santo.
Due anni dopo la fine di S. Eutimio, nel 475, mentre era patriarca di Gerusalemme Anastasio I (458 – 478 d.C.), San Gerasimo si addormentò in pace. La successione della Lavra fu affidata ai suoi discepoli Stefano e Basilio.
Si narra che un leone, che serviva il Santo con grande obbedienza e devozione, il giorno della sua sepoltura venne a cercarlo. Condotto dai discepoli al luogo della sua tomba, Il leone si accasciò e, dopo aver ruggito dal dolore, morì proprio in quel luogo.