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Sinassario | 4 febbraio 2024

Feb 3, 2024 | Sinassario

  • Memoria dei Ss. Abramio ieromartire, vescovo di Arbilia;

Vicariato Arcivescovile della Campania

Il 4 di questo mese memoria del santo ieromartire Abramio, vescovo di Arbela in Persia.
Abramio tagliò corto quando la spada si rivolse a lui: Gli atleti di Cristo ne hanno paura?
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Lo ieromartire Abramio, vescovo di Arbela (l’attuale Arbil o Erbil nell’Iraq settentrionale), soffrì durante la persecuzione contro i cristiani di Persia al tempo del re dei Sasanidi Sapore II. Al quinto anno di persecuzioni, il Santo fu fatto arrestare dal capo dei magi del re, Adelforàs. Questi con minacce intimava al Santo di rinnegare la sua fede in Cristo e adorare gli idoli. Allora il Santo gli disse: “Miserabile e folle, non hai paura di spingermi a fare qualcosa che non si deve fare? Pensi che sia naturale rinnegare il Creatore e adorare la sua creazione e le sue opere?” L’atteggiamento del Santo fece infuriare il mago, che diede ordine di frustarlo con verghe piene di nodi. Intanto, il Santo pregava dicendo: “Signore, non addebitare loro questo peccato, non sanno quello che stanno facendo”. E in ogni tortura invocava Cristo dicendo: “Signore Gesù Cristo, aiuta me, il tuo servo, perché in te crede la mia anima “. Non appena vide questo, il capo dei maghi ordinò la decapitazione con la spada di San Abramio. Così il Santo restituì la sua anima santa a Dio. Questo avvenne nel villaggio di Telman, nel 345.

  • Memoria del nostro santo padre Giovanni, vescovo di Irenopoli e Teoctisto, martire;

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Il beato Giovanni era Vescovo di Irenopoli, città bizantina della Cilicia, e uno dei 318 Santi Padri del Primo Concilio, convocato nel 325 a Nicea di Bitinia per contrastare l’eresia di Ario. Il beato si addormentò in pace.
Non si conoscono il luogo e le circostanze precise del martirio di San Teoctisto. I sinassari riportano solo che morì di spada.

  • Memoria di S. Nicola lo Studita, confessore della fede

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Nicola lo Studita, il Confessore, fratello di San Giuseppe innografo, nacque nell’odierna Khania, nell’isola di Creta, nel 792 d.C. All’età di nove anni, i suoi genitori lo mandarono a Costantinopoli al monastero di Stoudion, il cui igumeno era lo zio Teofane. Raggiunta la maturità divenne monaco in quel monastero. Nella quiete del monastero, Nicola ebbe l’opportunità di ricevere una grande educazione teologica e letteraria e di diventare uno dei più grandi stenografi del suo tempo. Durante il periodo dell’iconoclastia, il monastero di Stoudion e i suoi monaci soffrirono grandi persecuzioni per il loro attaccamento alle sacre icone. Nicola, ovviamente, ebbe la stessa sorte, e pertanto prese l’appellativo di Confessore. Alla fine del periodo iconoclasta (847 d.C.), Nicola fu eletto igumeno del monastero. Poco dopo, nel 850 d.C., si dimise, e nell’859 d.C. fondò il convento di Conorovios, assistito da un uomo ricco e devoto di nome Samuele. Ma anche qui, le dispute ecclesiastiche tra i patriarchi Ignazio e Fozio gli procurarono sofferenze. Quindi, dopo varie vicissitudini, fu condotto prigioniero, nell’866, nello stesso monastero di Stoudion. L’anno seguente, l’imperatore Basilio II (867-886 d.C.) e il patriarca Ignazio, durante il suo secondo patriarcato (867-87 d.C.), proposero a Nicola di essere ristabilito come igumeno. Si addormentò in pace nel Signore il 4 febbraio 868, circondato dall’amore dei monaci. Il suo corpo fu sepolto accanto a quello del suo predecessore.

  • Memoria di San Giuseppe di Aleppo, neomartire

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

San Giuseppe di Aleppo, neomartire, a causa della sua vita pia venne preso di mira dai Turchi e accusato falsamente di aver sostenuto di voler diventare Turco. Di fronte alle promesse e alle lusinghe del giudice, Giuseppe rimase fermo nella fede, criticando con coraggio la religione musulmana. Dopo essersi dimostrato risoluto e irremovibile nei tentativi dei Turchi di portarlo all’apostasia, accettò la corona del martirio per decapitazione il 4 febbraio 1686.
In un codice del 18° secolo conservato nel Monastero di Esfigmenou al Monte Athos, è tuttavia riportato che il martirio del Santo avvenne il 17 febbraio.

  • Memoria di Sant’Isidoro di Pelusio

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

“Τῇ Δ’ τοῦ αὐτοῦ μηνός, Μνήμη τοῦ Ὁσίου Πατρὸς ἡμῶν Ἰσιδώρου τοῦ Πηλουσιώτου
Πηλουσιῶτα, χαῖρε, πολλὰ μοι, Τὸν πηλὸν ἐκδύς, καὶ χαρᾶς τυχὼν ξένης. Ἐν δ’ lσίδωρον ἔθεντο τετάρτῃ σήματι λυγρῷ.

Il 4 di questo mese memoria del nostro santo padre Isidoro di Pelusio.                                                                                                                                                                         “Salve, Pelusiota, che hai dismesso la scorza terrena e non sei stato escluso dalla gioia celeste. Il giorno quattro Isidoro incontrò la morte”.

Sant’Isidoro nacque ad Alessandria d’Egitto intorno al 360. Crebbe in una famiglia di pii cristiani; era parente di Teofilo, Arcivescovo di Alessandria, e del suo successore San Cirillo. Di eccellente educazione, sia profana che religiosa, decise ad un certo punto della sua vita di abbracciare la vita monastica ritirandosi sul monte Pelusio. Più tardi, fondò un monastero di cui divenne igumeno. Seguendo l’esempio di San Giovanni Crisostomo, che aveva avuto occasione di incontrare e sentire direttamente durante un viaggio a Costantinopoli, si dedicò anzitutto alla predicazione. Visse perciò nella preghiera e nella meditazione, ma scrivendo anche numerosissime lettere con le quali interpretava le Scritture in vista dell’edificazione morale; per molti, il suo epistolario costituì fonte di insegnamento prezioso e conversione. Più di 2000 lettere si sono salvate, e sono riportate nel Volume 78 della Patrologia Graeca del Migne. San Fozio riteneva Sant’Isidoro un modello di vita sacerdotale ed ascetica, nonché un maestro di stile. L’amore di Sant’Isidoro per San Giovanni Crisostomo si concretizzò nel sostegno che gli offrì durante le sofferenze che questi ebbe a soffrire da parte dell’Arcivescovo Teofilo. Dopo la morte di San Giovanni, convinse san Cirillo, il successore di Teofilo, ad inserire il nome di San Giovanni nei dittici della Chiesa come Confessore della fede. Morì in tarda età, il 4 febbraio del 440. Lo storico della Chiesa Evagrio, nel VI secolo, scrisse che ”a tutti sembrava che la vita di Sant’Isidoro fosse quella di un angelo sulla terra”. Frammenti delle sacre reliquie del Santo si trovano nel Monastero di Philotheou sul Monte Athos e nel Monastero di S. Agatone nella Grecia centrale.

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