- Memoria della santa martire Eliconide
a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria
Giovane vergine di grande bellezza, originaria di Tessalonica, santa Eliconide era andata a Corinto durante le persecuzioni di Gordio (244) per esortare gli abitanti ad abbracciare la vera fede. Fu arrestata su ordine del proconsole Perinio che, colpito dalla sua bellezza, tentò di piegarla ma ella restò inflessibile e rifiutò di offrire qualunque culto agli idoli confessando con coraggio il Nome di Cristo. Le vennero attaccati i piedi con una bardatura dei cavalli e venne trascinata al suolo poi immersa in un miscuglio di piombo fuso e asfalto e poiché restava indenne i suoi boia le tagliarono i capelli e le passarono torce sul corpo ma senza alcun effetto. Ella si fece allora condurre al tempio ma anziché offrire un sacrificio gettò con le sue preghiere le statue di Atena, Zeus ed Asclepio. I pagani, folli di rabbia, si gettarono allora su di lui e le tagliarono i seni. Fu poi portata aventi al sostituto di Perinio, il proconsole Giustino, che la fece stendere su un letto incandescente ma i santi Arcangeli Michele e Gabriele guarirono le sue carni che si carbonizzavano per effetto dell’ustione. Liberata alle bestie, costoro non le fecero alcun male e andarono a gettarsi sui servitori del proconsole, divorando 120 tra loro. Finalmente la santa riportò la corona incorruttibile del martirio venendo decapitata.