Memoria del nostro santo padre Clemente, vescovo di Roma; del santo ieromartire Pietro, vescovo di Alessandria; di san Malco; del beato Carione; di sant’Ermogene, vescovo di Agrigento; dei santi martiri Filomèno e Cristoforo; di sant’Eugenio, morto in un buco di un muro, il cui orifizio fu ostruito con malta; dei santi martiri Procopio e Cristoforo; del santo martire Alessandro di Corinto e del beato nostro padre Gregorio, che fu asceta presso Crysipetra; del santo martire Teodoro di Antiochia.
- Memoria dal santo ieromartire PIETRO di Alessandria
a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria
Ornato di scienza e di saggezza, san Pietro dirigeva la scuola catechetica di Alessandria prima di divenire vescovo della metropoli d’Egitto, nel 300, al seguito di san Teonà. Tre anni più tardi, gli editti che ordinavano la persecuzione e l’imprigionamento di tutti i cristiani, l’obbligarono a fuggire per continuare, in segreto, ad incoraggiare i fedeli a mantenere la fede. Ma, approfittando della sua assenza, Meletio, vescovo di Licopoli, si impadronì del seggio d’Alessandria, col pretesto che Pietro l’aveva abbandonato per paura della persecuzione. Egli si attribuì il potere di giurisdizione ecclesiastica e ordinò i suoi partigiani come preti in diverse regioni d’Egitto, creando così una Chiesa scismatica che sarebbe stata la causa di dolorosi dissensi ancora per un secolo. L’usurpatore, di spirito fanatico, rimproverava a san Pietro la sua attitudine indulgente verso coloro che avevano rinnegato durante la persecuzione ma che, pentendosi, desideravano essere reintegrati nella comunione della Chiesa. Qualche anno più tardi, però, condotto avanti all’ultima prova di fede, indietreggiò avanti alla minaccia dei supplizi e sacrificò agli idoli. Fu a partire da questa Chiesa scismatica di Meletio che sgorgò la terribile eresia di Ario. Si racconta che san Pietro, essendo stato arrestato e presentato per essere giudicato, rifiutò di accettare Ario l’eretico nella sua comunione*. Quando gli venne chiesta la ragione rispose che la notte precedente aveva visto Cristo apparirgli sotto l’aspetto di un ragazzo di dodici anni dalla bellezza splendente che portava una tunica di lino lacerata dall’alto un basso. Il povero bambino teneva i due lembi, cercando di nascondere la sua nudità in lacrime. Pietro gli domandò:<< Signore, chi ha strappato la tua tunica? >> ed Egli rispose:<< È Ario che mi ha spogliato, perciò guardati bene dall’accettarlo alla comunione e raccomanda ai preti Achille e Alessandro, che ti succederanno sul trono di Alessandria, di preservare la santa fede ortodossa contro i suoi attacchi >>.
Confermando dunque la fede ortodossa e incoraggiando coloro che erano ai ferri a perseverare nella confessione del Cristo fino alla morte, san Pietro fu arrestato sotto l’ultima della persecuzione, sotto Massimiano (311). Condannato ad essere decapitato, senza neanche essere stato giudicato, si rallegrò di vedere arrivato il momento di unirsi al Signore con la comunione alla Sua Passione. Ma, temendo che gli abitanti d’Alessandria si sollevassero alla notizia della sua esecuzione e che ciò divenisse causa di turbamenti e massacri, egli fuggì di prigione e andò di persona sul luogo dell’esecuzione dove si liberò ai suoi carnefici, imitando il suo divino maestro che si offrì senza resistenza a coloro che andarono a cercarlo per arrestarlo. Fu su quei luoghi che il santo Apostolo Marco, fondatore della Chiesa d’Alessandria, era stato anche lui giustiziato (cf. 25 aprile).san Pietro chiese di attendere qualche istante per andare a pregare sulla tomba e lì, in lacrime, indirizzò una preghiera fervente al santo Evangelista perché gli desse coraggio in questa ultima prova e perché mantenesse sotto la sua protezione la Chiesa d’Alessandria. Alzatosi, rivolse la sua preghiera verso il Signore Gesù Cristo, e gli chiese che il suo sangue, tra poco versato, fosse il sigillo e il marchio della fine della persecuzione. Si intese allora una voce venuta dall’alto dire:<< Pietro fu il primo degli Apostoli, e (l’altro) Pietro sarà l’ultimo dei martiri >>. In effetti la morte di san Pietro marchiò la fine della persecuzione (24/25 novembre 311) ed egli è considerato come l’ultimo dei martiri del periodo che precede la pace di san Costantino il Grande. Qualche tempo dopo il sacrificio del santo, i fedeli scoprirono con emozione le sue spoglie e lo trasferirono nella cattedrale dove sedette sul trono episcopale per la prima volta. In effetti, pieno di santa umiltà, Pietro aveva sempre rifiutato di sedervisi. Egli si assise sul poggiapiedi e disse:<< Non mi forzate a sedermi su questo trono episcopale, poiché la paura e il tremito mi scuotono ogni volta che io i avvicino e che vedo la potenza divina e luminosa che vi riposa: quella di Cristo, nostro solo Grande Prete! >>. E fu avanti alle sante reliquie dell’ultimo dei martiri che si sedette alla consacrazione del suo successore, Achille.
*Questa storia è un po’ anacronistica, poiché l’eresia di Ario è iniziata dopo la morte del santo, nel 318. Forse avrebbe dovuto portare la visione dello scisma di Meletio. Ciò non toglie il suo significato: la fede ortodossa è la tunica tessuta di un solo pezzo, che ricopre il Corpo di Cristo, la Chiesa.