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Sinassario | 9 gennaio 2024

Ιαν 8, 2024 | Συναξάρι

  • Memoria di san Filippo, Metropolita di Mosca

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Il nostro padre fra i santi Filippo, Metropolita di Mosca, nacque nel 1507 in una nobile famiglia, e per qualche tempo servì alla corte reale. Ancora giovane segretamente lasciò Mosca per entrare nel Monastero delle Solovki, nella Russia settentrionale, nel 1538 circa, quasi cento anni dopo la sua fondazione. Per la sua statura spirituale fu scelto contro la sua volontà come successore dell’igumeno Alessio nel 1548. Fu un grande benefattore del monastero: gettò le fondamenta della Cattedrale della Trasfigurazione, costruì celle per i monaci, romitaggi, e un ospedale per monaci e pellegrini; organizzò gli spazi per il bestiame, prosciugò paludi, creò canali e dighe, costruì un mulino e inventò con ingegnosità strumenti per aiutare i monaci nel loro lavoro. La sua fama si diffuse, e nel 1566, per volontà dello zar Ivan IV, fu destinato alla dignità di Metropolita di Mosca. Lo zar Ivan il terribile venerava l’Igumeno, divenendo nel tempo un generoso benefattore del Monastero delle Solovki. Lo zar aveva però stabilito l’Oprichnina, uno stato nello stato, con gli Oprichniki che controllavano direttamente una parte del territorio statale, spesso opprimendo e derubando gli innocenti: Filippo rispose allo Zar che non poteva essere Metropolita in quelle condizioni. Questo fece infuriare Ivan, che gli rimproverava di cercare di esercitare un’ingerenza negli affari dello stato. Molti gerarchi d’altro canto premevano Filippo perché accettasse comunque la carica.

Il 25 giugno 1566 Filippo fu nominato Metropolita di Mosca e di tutta la Russia.

Dopo una piccola pausa, la milizia degli opričniki tornò a porre in essere i consueti massacri a danni della popolazione e dei boiardi, di cui anche Filippo aveva fatto parte. Disgustato da tale stato di cose il Metropolita si oppose recisamente alla condotta politica del sovrano e, quando tentò di intercedere presso Ivan in favore di nobili condannati a morte per tradimento, fu fatto arrestare dallo zar mentre celebrava messa nella Cattedrale dell’Assunzione e rinchiuso nel monastero di Otroch a Tver’. Nel novembre del 1568 Ivan convocò il Santo Sinodo che depose Filippo. Un anno più tardi fu strangolato da uno dei capi degli opričniki Maljuta Skuratov. L’agiografia del santo ci riferisce che, intuendo che la sua fine sarebbe stata prossima, Filippo avesse chiesto di ricevere la comunione tre giorni prima del suo assassinio.

con informazioni pure da: wikipedia.org

  •  Memoria di san Polieucto martire

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Polieucto, soldato della XII Legione romana stanziata a Melitene, in Armenia, visse all’epoca degli imperatori Decio (249-251 d.C.) e Valeriano (251-259 d.C.). Subì il martirio attorno al 250 o, secondo altre fonti, al 257. Con un decreto imperiale, era stato prescritto a tutti i cittadini romani, sotto pena di morte, di proclamare pubblicamente e attraverso un sacrificio la propria devozione alle divinità romane. Questo dava diritto al Libellus, un certificato che attestava il rispetto degli antichi culti e quindi l’appartenenza a Roma. San Polieucto rifiutò di farlo e confessò pubblicamente la sua fede in Cristo. Persistette nella sua scelta anche davanti alle esortazioni del suocero Felice, governatore, dei figli e della moglie Paolina. Mantenendo la promessa fatta al suo amico Nearco, che lo aveva convertito al Cristianesimo, il Santo si dimostrò fermo nel suo credo e per questo morì decapitato

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