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Sinassario | 6 marzo 2023

Μαρ 5, 2023 | Συναξάρι

6 marzo- Memoria dei 42 martiri di Amorio (848); di sant’Arcadio di Cipro, monaco (IV sec.); del beato Job l’eremita (1720)
Saint Arcadius of Cyprus, monk (4th century)
-Martyrs Conon, monk, and his son Conon, of Iconium (270s)
-Martyr Abraham of Bulgaria
-Saint Fridolin, abbot and enlightener of the Upper Rhine (6th century)
-Monk-martyr Maximus
-Martyr Euphrosynus
-Martyr Julian
-Saint Hesychius the Wonderworker, monk
-Repose of Elder Job of Solovki (1720)
06.03: Memoria dei Santi 42 martiri di Amorio
06.03: Memoria di San Marciano Vescovo e Martire a Tortona (verso il 120) e di San Vittore diacono a Piacenza (verso il 444)

Kontàkion.

Tono 2. Cercando le cose superne.

Degnamente incoroniamo di elogi i novelli soldati della fede, perché con ardore lottarono per Cristo e per noi presso di lui intercedono, come torri e custodi dell’autorità dei romei.

Ikos

Voi che con i santi di tutti i secoli apertamente vedete l’irresistibile bellezza di Cristo e la sua ineffabile gloria che i cori angelici bramano contemplare, o quarantadue atleti di Cristo, illuminate con la vostra intercessione quanti vi acclamano, fugando la tenebra dei peccati e rendendoci figli della luce, voi che siete torri e custodi dell’autorità dei romei.

Sinassario

Il 6 di questo mese memoria dei santi martiri che lottarono ad Amorio: Teodoro, Costantino, Càllisto, Teofilo, Bassoe e i loro compagni.
Stichi. Sei volte sette fu il numero dei valorosi atleti. Il sei i quarantadue furono trafitti insieme.

Lo stesso giorno memoria di Arcadio, nostro padre.
Stichi. Arcadio, con i fianchi spiritualmente cinti di virtù sale ai cieli.

Lo stesso giorno memoria del santo taumaturgo Esìchio.
Stichi. Dandoti alla vita silenziosa, sei giunto alla fine e ti riposi dalla vita.

Lo stesso giorno il beato Massimo morì lapidato.
Stichi. Contemplando la sua futura corona, Massimo sopporta come una colonna i sassi scagliati.

Lo stesso giorno sant’Eufrosìno morì bevendo acqua bollente.
Stichi. Eufrosìno, bevendo l’acqua bollente, esulta subendo per Dio una tale lavanda.

Lo stesso giorno memoria del ritrovamento della preziosa croce da parte della beata Elena.
Stichi. Elena ci dona una tale grazia: vedere il legno che ci salva dalla perdizione.

Lo stesso giorno memoria del ritrovamento dei preziosi chiodi.
Stichi. I chiodi, con il loro apparire, allietano l’imperatore e fanno cessare la tristezza.

Lo stesso giorno i santi Giuliano ed Eubulo perirono di spada.
Stichi. Giuliano esortava Eubulo dicendo: Moriamo di spada, non tirarti indietro.

Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.

  • 03: 42 martiri di Amorio (848);

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

I Santi 42 martiri di Amorio erano tutti uomini di alto rango militare e di nobili origini. Furono mandati a difendere l’importante città di Amorio, in Frigia, assediata dal califfo abbaside della Siria Al-Mu’tasim, al tempo dell’imperatore iconomaco Teofilo (829-842). Ricordiamo tra essi Teodoro, capo delle guardie del Palazzo imperiale, Ezio e Melisseno, generali, Callisto, Costantino, Basso, Teofilo e Cirillo, ed altri di altro rango. Nell’838 la città cadde, i Santi vennero fatti prigionieri e condotti nella città di Samara in Mesopotamia, che il califfo aveva eretto a capitale del suo regno. A causa della loro esperienza e del loro valore militare, i Musulmani non li uccisero subito, ma cercarono con ogni mezzo di convertirli, per utilizzarli nelle loro campagne militari. Come erano soliti fare, promisero loro ogni sorta di onore e ricchezza, tenendoli intanto prigionieri in condizioni molto dure, nell’oscurità e patendo la fame, torturandoli per sette lunghi anni. Alla fine, non riuscendo ad avere ragione della loro fedeltà a Cristo, i quarantadue furono decapitati, il 6 marzo 845. In loro memoria, l’imperatore Basilio II (976-1025) fece costruire un tempio ad essi dedicato nel Palazzo delle Fonti a Costantinopoli. 

  • 03: Memoria del beato anziano Job delle Solovki (1720)

Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli

Il beato Giobbe nacque a Mosca nel 1635 e fu attratto dalla Chiesa dalla bellezza dei canti e degli uffici liturgici. Divenne il confessore dello zar Pietro il Grande, ma, a causa di alcune calunnie, si ritirò nel monastero di Solovetsk, dove visse in rigoroso ascetismo. Si addormentò nel Signore nel 1720, all’età di 85 anni. Mentre la sua morte si avvicinava, ad alta voce disse: “Benedetto è il Dio dei nostri padri!- e poiché Egli è così, io non ho paura, ma me ne vado dal mondo con gioia! ‘

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