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Sinassario | 6 gennaio 2024

Ιαν 5, 2024 | Συναξάρι

  • Memoria del santo vescovo Teofane, il recluso

San Teofane, al secolo Georgij Vasilievič Govorov, nacque il 10 gennaio 1815 nel villaggio di Černavsk, nell’oblast’ di Orël, in Russia. Suo padre era un sacerdote, così che sin da piccolo potette godere l’effetto benefico che l’ambiente della Chiesa esercita sull’anima, con le icone, i canti liturgici, gli uffici, le cerimonie. Lui stesso scrisse che tutto ciò ha un grande valore per la corretta educazione dell’anima del bambino. Frequentò il Seminario Ecclesiastico di Orël, poi l’Accademia Teologica di Kiev. Ebbe un effetto molto forte sulla sua anima il pellegrinaggio al Monastero delle Grotte di Kiev.

Nell’anno 1841 venne tonsurato monaco, prendendo il nome di Teofane. Poco dopo fu ordinato diacono e sacerdote, e nominato professore nelle Scuole ecclesiastiche di Kiev e Novgorod, per diventare poi preside dell’Accademia Teologica di San Pietroburgo. Alla base dell’insegnamento cristiano per Teofane vi era l’amore e, come strumenti, la Chiesa e i Sacramenti. San Teofane era un grande maestro e sapeva farsi amare dagli studenti. Inoltre, percepiva profondamente la bellezza e l’importanza della sua missione; diceva sempre: “Di tutte le opere sacre, la più santa è l’educazione”.

Il suo desiderio di completa devozione a Dio lo portò in Terra Santa. Visitò molti monasteri ed eremi della Palestina, e soggiornò a lungo nella Lavra di San Saba, dove all’epoca viveva il santo eremita Giuseppe. La sua permanenza in quel luogo gli diede la meravigliosa opportunità di conoscere a fondo l’insegnamento e la tradizione dei Padri orientali e del monachesimo ortodosso orientale. Tornato in Russia, dopo poco si recò di nuovo in Oriente, a Costantinopoli, come sacerdote presso l’Ambasciata russa. Nel 1857 venne riconfermato professore e preside dell’Accademia Teologica; tuttavia si dimise, limitandosi alla funzione di ispettore delle scuole religiose di San Pietroburgo.

La Chiesa russa, però, lo nominò Vescovo della diocesi di Tambov e, successivamente, di quella di Vladimir. Scrive un biografo nella sua opera: “Il vescovo Teofane era un vero pastore, in mezzo a un popolo pagano che non conosceva bene Dio. Vero modello per il suo clero, si dedicava completamente alla sua missione e soprattutto alla predicazione. Vivendo in modo molto semplice, si dedicava alternativamente allo studio e alla preghiera. Nella sua vita di Vescovo si preoccupò di rendere più stretti e cordiali i rapporti con i fedeli, non voleva che nulla impedisse alle persone di avvicinarlo. Gli piaceva essere tra i fedeli, che amava con devozione totale e paterna”.

Nel 1861, in qualità di Vescovo, Teofane prese parte attiva alla cerimonia del ritrovamento delle sacre reliquie di San Tychon di Zadonsk (1724-1783) e poi alla sua proclamazione a Santo.

Nel 1866 si dimise dalla carica di vescovo, lasciò la sua diocesi e si rinchiuse per ventotto anni in una misera cella nell’eremo di Vjša, vivendo come un recluso. Si pose fuori dal mondo, in completa devozione a Dio, immerso nella contemplazione del Suo Volto. Pregava tutto il giorno senza interruzioni. Il suo cibo era molto semplice, e quando voleva riposare, lavorava di nuovo manualmente. Il santo prese a dedicare molto tempo della sua vita alla corrispondenza. Così, durante i ventotto anni della sua reclusione, scrisse migliaia di lettere, che costituiscono un inestimabile tesoro spirituale della fede e della teologia ortodosse.

Oltre alla preghiera, San Teofane attribuiva grande importanza alla vita sacramentale. La Confessione e la Divina Comunione sono per San Teofane i due strumenti fondamentali per raggiungere il successo spirituale. Sul pentimento ebbe a scrivere che è ‘una fonte inesauribile di vera vita cristiana’.

Si addormentò in pace il 6 gennaio 1894, all’età di 79 anni.

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