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Sinassario | 18 novembre 2024

Νοέ 17, 2024 | Συναξάρι

  • Memoria dei santi martiri ZACCHEO, diacono, e ALFEO, morto di spada

a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria

San Zaccheo era piccolo di statura e assomigliava in tutto al Zaccheo menzionato nel Vangelo. Egli era diacono della chiesa di Gadara (Palestina) al momento della dichiarazione della grande persecuzione di Diocleziano (303) e venne condotto in tribunale incatenato al collo, confessando coraggiosamente la sua fede. Dopo i colpi di frusta, i punteruoli di ferro e le altre torture, ebbe i piedi schiacciati in ceppi, per un giorno ed una notte, insieme ad Alfeo, originario di Eleutheropoli, lettore ed esorcista a Cesarea di Palestina, che aveva subito le stesse torture. All’indomani ebbero ambedue la testa tagliata.

  • Memoria di Sant’Ilarione di Iberia asceta e taumaturgo in Georgia, poi alla Lavra di San Saba in Palestina, sul monte Olimpo in Bitinia, a Roma ed infine a Tessalonica (tra 875 e 882)

 a cura del Protopresbitero Giovanni Festa

La vita del Santo composta in greco al tempo dell’imperatore Basilio I (867-886) è pervenuta nella versione in lingua georgiana

In tale versione si narra che un giorno Ilarione stabilitosi con i suoi discepoli in ambiente monastico greco,il monastero dell’Olimpo,  venne ritenuto(insieme con i suoi discepoli) dall’igumeno  non del tutto affidabile nella professione di fede a tal punto che l’igumeno stesso decise di allontanarli dal monastero .

I monaci georgiani ubbidorono e si preparavano ad andar via ma nella notte la Madre di Dio appare all’igumeno per difendere  chiaramente i monaci georgiani sia sul piano della professione di fede sia sul piano della vita personale e della probità monastica

L’igumeno chiese perdono a Santo Ilarione e ai discepoli di lui ed essi rimasero in concordia con tutti  per altri cinque nel monastero dell’Olimpo

  • Memoria del santo megalomartire Platone

San Platone visse alla fine del III secolo. Proveniva da Ankyra di Galazia in Asia Minore, ed era il fratello del martire Antioco. In giovane età fu arrestato dai pagani perché aveva proclamato apertamente la sua fede in Gesù Cristo; fu condotto davanti al governatore Agrippino, il quale, vedendo la bellezza del giovane e sapendo che quegli possedeva delle proprietà, cercò di attirarlo con lusinghe. Ma Platone rifiutò e continuò a proclamare la sua fede nell’Unico e solo Dio. Quando il sovrano vide che non poteva fargli rinnegare la fede in quel modo, lo minacciò di martirio. Nonostante questo, Platone rimase saldo nella sua fede. Così Agrippino ordinò che fosse frustato senza pietà e poi torturato con bastoni ardenti. Il Santo mantenne tutta la sua fede e non smise di confessare Gesù Cristo: così fu ordinata la sua decapitazione. Nell’anno 306, il megalomartire Platone consegnò il suo spirito al Signore e fu onorato con la corona del martirio.

  • Memoria del santo martire Romano

San Romano visse all’inizio del IV secolo. Poiché il prefetto di Antiochia, Asclepio, gridava e bestemmiava contro Gesù Cristo, il cuore credente di Romano si accese di santa indignazione contro di lui. Un giorno, aspettò il momento in cui il prefetto sarebbe entrato nel tempio degli idoli, e gli disse apertamente: “gli idoli non sono dei”. Infuriato, il sovrano idolatra ordinò che la lingua di Romano fosse tagliata. Ma Dio mantenne miracolosamente la capacità di parlare in Romano, anche senza la lingua. Così, una volta messo in prigione, predicò Cristo alle guardie. I pagani, non potendo sopportare questi miracoli, annegarono il coraggioso martire, nell’anno 304.

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