- Memoria de nostro venerabile Padre Vincenzo di Lerino.
a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria
Memoria de nostro venerabile Padre Vincenzo di Lerino.
Probabilmente originario del Nord della Gallia, san Vincenzo occupava importanti funzioni nel mondo ma si liberò da quest’inutile tormento e si ritirò al monastero di Lerins, fondato qualche tempo prima da sant’Onorato (+ 16 genn.). Egli si dedicò all’esychia, allo studio assiduo della Santa Scrittura e dei Santi Padri e divenne eminente tanto per la sua scienza e la sua eloquenza che per la sua santità. Verso il 434, poco dopo il Concilio di Efeso, sentendo l’avvicinarsi della morte redasse un “AIUTO MEMORIA” ( Commonitorium ), dove enunciava brevemente le regole da osservare per distinguere la Vera Fede da tutte le eresie. Essi si riassumono in questa formula:<< Tenere come verità di fede ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti >>. Egli vi definì anche mirabilmente la Tradizione della Chiesa, non come un insieme di formule fredde ma come un corpo vivente che crede e si sviluppa restando sempre identico a se stesso. Questa opera conobbe un successo considerevole in Occidente e resta ancora oggi una delle guide più sicure della fede ortodossa. San Vincenzo finì i suoi giorni al Monastero e si addormentò in Cristo nel 450.
Brano tratto dal Commonitorio
Nella Chiesa bisogna stare molto attenti a conservare ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti. Questo è veramente e propriamente “cattolico”, cioè universale. Perciò dobbiamo seguire l’universalità, l’antichità, il consenso generale. Seguiremo l’universalità, se confesseremo come vera e unica fede quella che la Chiesa intera professa per tutto il mondo; l’antichità, se non ci scostiamo per nulla dai sentimenti che hanno proclamato i nostri santi padri; il consenso generale, se abbracciamo le dottrine di tutti, o quasi, i vescovi e i maestri. Noi dobbiamo considerare come un delitto l’alterare la fede e corrompere il dogma.
Come i precetti di ordine morale sono da osservarsi in tutte le epoche, così quelli che hanno per oggetto l’immutabilità della fede obbligano parimenti in ogni tempo. Annunziare, quindi, qualcosa di diverso dalla dottrina tradizionale, non fu, non è, non sarà mai lecito.
Alcuni uomini, non contenti di una norma di fede tradizionale e ricevuta dalla antichità, ogni giorno cercano cose nuove e bruciano continuamente dalla voglia di cambiare, aggiungere, togliere qualche cosa alla Chiesa. Quasi che la Chiesa non fosse un dogma celeste, che è sufficiente sia stato rivelato una volta per sempre, ma una istituzione umana che ha bisogni di continui correzioni e aggiornamenti.
La Chiesa di Cristo, custode vigile e prudente dei dogmi che le sono stati affidati, non muta mai nulla in essi, né vi toglie o aggiunge alcunché; non rigetta ciò che è necessario né aggiunge ciò che è superfluo; non si lascia sfuggire ciò che è suo né si appropria di ciò che appartiene ad altri. Nel prendersi cura con fedeltà e saggezza delle dottrine antiche, questo solo cerca di fare con sommo zelo: custodire ciò che è stato definito.
Questo e niente altro ha sempre fatto la Chiesa: trasmettere ai posteri, in documenti scritti, tutto ciò che aveva ricevuto dai nostri Padri; riassumere in brevi formule una gran quantità di nozioni; spiegare con parole nuove la dottrina antica.
- Memoria di san Simeone Stilita il Giovane
San Simeone anacoreta, conosciuto anche come san Simeone Stilita il Giovane, nacque ad Antiochia attorno al 521. Ancora giovane scelse di abbandonare le cose del mondo e di trascorrere l’intera sua vita in ascetismo e austerità, alle volte sulle spelonche delle montagne, altre volte, come stilita, preferì salire su delle colonne; trascorse molti anni sul Monte Mirabile, in Siria, dove la gente lo raggiunse per ottenere miracoli e consigli. Morì santamente attorno al 596.