- Memoria del santo apostolo Timoteo
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
L’Apostolo Timoteo era di Listra in Licaonia, nato da un padre greco, pagano, e da una madre ebrea. Il nome di sua madre era Eunice, e quello della nonna Loide (II Tim 1,5). Divenne discepolo dell’Apostolo Paolo durante la sua predicazione in quei luoghi e lo seguì durante tutta la sua successiva predicazione. In seguito Timoteo fu consacrato da Paolo vescovo, il primo della Chiesa di Efeso. Sotto la supervisione dell’Evangelista Giovanni, che governava tutte le chiese dell’Asia, completò la sua vita come martire nell’anno 97. Fu lapidato dai pagani perché, come viene supposto, si era opposto a celebrazioni in onore della dea Artemide. A lui sono indirizzate la prima e la seconda Lettera dell’Apostolo Paolo a Timoteo.
La sue sante reliquie si trovano nella Cattedrale di Termoli.
- Memoria dei santi Manuele, Giorgio, Pietro e Leone, ieromartiri e i loro compagni
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Manuele era metropolita di Adrianopoli. Fu arrestato dal sovrano bulgaro insieme ad altri vescovi, il vescovo Giorgio e il vescovo Pietro, così come molti altri Cristiani quando i Bulgari scesero per combattere contro Costantinopoli al tempo dell’imperatore iconoclasta Leone V l’Armeno.
Il loro sovrano Krum occupò Adrianopoli (l’attuale Edirne). Per tre giorni questi sanguinari guerrieri massacrarono i Cristiani. Anche dopo la sua morte, i suoi successori mantennero la stessa ferocia contro gli sfortunati Cristiani.
Il figlio di Krum, Omurtag, diventato re, con le sue stesse mani tagliò via tutto il braccio del vescovo Manuele e gettò il suo corpo ai cani. I vescovi Giorgio e Pietro vennero decapitati, insieme ai generali Leone e Giovanni. Il vescovo di Nicea Leone fu ucciso squarciato nel ventre da una spada; Gabriele e Sionio vennero decapitati. Il sacerdote Parodio venne lapidato e altri 377 cristiani morirono decapitati.
Recita il Sinassario:
Il giorno 22 di gennaio, memoria dei santi martiri Manuele, Giorgio, Pietro, Leone, Sionio, Gabriele, Giovanni e di altri trecentosettantasette martiri.
Stichi. La spada taglia Manuele in due parti, che in Cristo sono venerate come due nature inseparabili. Giorgio e Pietro, ai quali è comune il ministero di Dio, sono tagliati in comune per il comune Sovrano. Leone aveva zelo realmente inconcusso verso la spada che trafisse il suo addome. Lontana era la paura della spada che si avvicinava alle nuche di Gabriele e Sionio. Come soldati gli onorabilissimi Giovanni e Leone non temettero la spada. Colpito da una moltitudine di pietre, Parodio percorse dolcemente la via della vita. Le tre ventine quintuple uccise dalla spada furono unite al decuplo settetto.
Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di noi. Amìn.
- Memoria di San Giuseppe Samakos di Creta
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Il beato Giuseppe nacque a Creta, in un villaggio chiamato Keramos (oggi Azokeramos di Sitia) nel 1440. I suoi pii genitori, una volta diventato maggiorenne, lo affidarono a un insegnante, un reverendo padre spirituale che viveva nel monastero di San Giovanni il Teologo, situato vicino al mare, a Candia (Iraklion).
In quel luogo Joseph imparò la teologia e la calligrafia. Quando i suoi genitori morirono, distribuì la sua grande eredità ai poveri e si dedicò maggiormente alle lotte spirituali. Più tardi Dio lo ritenne degno di diventare sacerdote e di andare in pellegrinaggio in Terra Santa. Quindi tornò al suo monastero e visse una vita di santità, elargendo amore e aiuto concreto ai suoi simili.
Morì a 71 anni, il 22 gennaio 1511, e fu sepolto nel suo monastero. Al momento del trasferimento delle sue reliquie fu riconosciuta la sua santità, perché esse furono trovate intatte e profumate. I suoi sacri resti furono posti nel catholicon del monastero. La guarigione di un gran numero di malati, ciechi e posseduti, anche dopo la sua morte, consolidò la sua fama di taumaturgo.
Nel 1669 gli Ottomani conquistarono Candia e il pio chierico Antonios Armakis portò la sacra reliquia a Zante, dove il 29 agosto di quell’anno venne sistemata nel monastero femminile di San Giovanni di Mantinia a Xerovouni. Rimase lì fino al 1915, quando venne collocata nella chiesa parrocchiale del Pantokrator di Gaitani, un sobborgo di Zante.
- Memoria di Sant’Anastasio il Persiano
Vicariato Arcivescovile della Campania- Chiesa dei SS. Pietro e Paolo – Napoli
Sant’Anastasio era di nazionalità persiana, figlio di un Mago e soldato dell’esercito al tempo di Cosroe II, re di Persia (dal 590 al 628), e di Eraclio, Imperatore Romano. Il nome persiano del santo era Magundat. Quando Cosroe si impadronì di Gerusalemme, nell’anno 614, e prese la Preziosa Croce come bottino di guerra, numerosi furono i miracoli che avvennero durante il suo trasporto, e Magundat ne venne a conoscenza. Di mente riflessiva, incuriosito dal fatto che uno strumento di tortura potesse essere così venerato dai Cristiani e desiderando conoscere meglio la loro fede, cercò insegnamenti sull’intera opera di nostro Signore: sulla sua Incarnazione, Passione e Resurrezione. Quando imparò ciò che cercava ardentemente di sapere, la sua anima fu riempita di meraviglia e gioia. Ritiratosi a Gerusalemme, fu battezzato da San Modesto, Patriarca di Gerusalemme, divenendo monaco con il nuovo nome di Anastasio. Lette le vite dei Santi e i racconti delle gesta dei santi Martiri, il suo cuore fu acceso di un tale amore per loro che cominciò a pregare di essere fatto degno di una fine da martire come loro. Incapace di tenere a bada il suo desiderio, alla fine lasciò il monastero. Incontrati alcuni Magi persiani a Cesarea, li rimproverò per la loro falsa dottrina. Poiché la Palestina a quel tempo era ancora occupata, fu condotto dal giudice persiano, interrogato, picchiato e imprigionato. Condotto con altri prigionieri in Persia, dopo molte torture, rifiutandosi di abbracciare di nuovo le credenze erronee dei suoi padri, fu appeso per una mano, strangolato con un cappio e decapitato. Il trasferimento delle sue sante reliquie è celebrato il 24 gennaio.