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Sinassario | 29 settembre 2024

Set 28, 2024 | Sinassario

  • Memoria del nostro santo Padre CIRIACO (Kyriakos), l’Anacoreta

a cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria  

╬ Il 29 di questo mese, memoria del nostro santo Padre CIRIACO (Kyriakos), l’Anacoreta.

San Ciriaco nacque nel 448 sotto il regno dell’imperatore Teodosio il Giovane, a Corinto. Era il figlio di un prete della chiesa di Corinto di nome Giovanni e di una pia donna, Eudocia. All’età di 18 anni, egli fu ordinato lettore da Pietro, vescovo della città e zio di suo padre. Con il cuore bruciante di un ardente desiderio di Dio, il ragazzo fuggì segretamente a Gerusalemme. Arrivato alla Città Santa, sentì parlare di san Eutimio[1] e chiese di essere ricevuto tra i suoi discepoli. san Eutimio lo rivestì del santo abito angelico, ma non gli permise di rimanere nella sua lavra, per paura di scandalizzare i padri per l sua giovane età. Così lo inviò a san Gerasimo[2] che dimorava presso il Giordano. Ciriaco svolse bene il suo compito di cuciniere e progredì così velocemente nelle sante virtù ascetiche e nella preghiera, che san Gerasimo lo prese in grande affetto e accettò di condurlo con lui nel deserto di Rouba, ogni anno dopo la chiusura della Teofania fino alla domenica delle Palme. E fu là che Gerasimo ebbe la rivelazione della partenza per il cielo dell’anima di San Eutimio, e partì con Ciriaco per seppellire il suo corpo.

Il nono anno del suo soggiorno nel monastero di san Gerasimo, quest’ultimo si addormentò in pace per raggiungere il Signore. Ormai arrivato all’età di 27 anni, Ciriaco poté essere ricevuto nella lavra di san Eutimio. Egli dimorò qualche tempo in solitudine, favorendo la trasformazione della lavra in cenobio. Ma essendosi raffreddata fra i monaci la carità, il monastero entrava in continui litigi con il monastero di san Teoctisto, situato un po’ più in basso. Fuggendo lo scandalo ed il rumore, Ciriaco partì per installarsi nella lavra di San Caritone a Suka. Egli restò lì numerosi anni, servendo la comunità in molteplici compiti. Arrivato all’età di 40 anni, fu ordinato prete e prese la carica di sacrestano. In tutti questi anni, il benemerito non entrò una sola volta in collera ed il sole non lo vide mai prendere il suo nutrimento. Arrivato all’età di 70 anni, si ritirò con un solo discepolo nel deserto di Natufas, soffrendo là ogni sorta di tormenti per amore di Cristo e nutrendosi solo di cipolle selvatiche che Dio, alla preghiera del santo, aveva miracolosamente privato del loro sapore amaro. Poiché un gran numero di monaci e di fedeli accorrevano da tutte le parti verso il ritiro del Santo, gli uni per essere liberati dagli spiriti cattivi, gli altri per ascoltare una parola di salvezza, Ciriaco dovette, malgrado i suoi 90 anni, partire per un luogo ancora più sconosciuto, di nome Sussakim, dove visse solo con un leone addomesticato che vegliava sul suo piccolo giardino.

A quest’epoca una terribile epidemia sconvolse la regione, tanto che i padri della lavra di san Caritone andarono a supplicare san Ciriaco di ritornare a vivere con loro, per proteggerli con le sue preghiere. Durante questo secondo soggiorno a Sukas, lottò con la spada sguainata della sua parola e della sua scienza spirituale contro l’eresia degli Origenisti che avevano allora guadagnato molti monaci palestinesi. Avendo raggiunto l’età di 99 anni e affaticato per la fatica che gli procurava la vicinanza degli uomini, ritornò nel suo ritiro di Sussakim, dove visse ancora otto anni in una estrema ascesi, in compagnia degli Angeli e dei Santi. Egli si addormentò in pace, pieno di grazia e di virtù, all’età di 104 anni.

Note:

1) Cf. 20 gennaio.

2) Cf. 4 marzo.

  • Memoria della Consacrazione della Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo sul Monte Gargano/Monte Sant’Angelo in Puglia (493)

Il luogo è venerato a partire dal 490, anno in cui secondo la tradizione avvenne la prima apparizione dell’arcangelo Michele sul Gargano a san Lorenzo Maiorano. Un primo santuario venne costruito nel 493 sulla grotta dove avvenne l’apparizione e a partire dal VII secolo VII l’area territoriale nella quale sorgeva il santuario, entrò a far parte dei domini Longobardi nelle zone del Ducato di Benevento

A San Michele vennero con il tempo dedicati svariati edifici religiosi, in particolare nel territorio del Ducato beneventano, dove il primo epicentro del culto dell’Arcangelo presso i Longobardi fu proprio il Santuario di San Michele Arcangelo e dal quale la venerazione si diffuse in tutto il Regno Longobardo fino a essere presto considerato il santo patrono dell’intero popolo

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